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Dotgirl

KAREN – NICOLE STANGE

4 Novembre 2017 da Bimbi

 

Se ami muoverti, mantenerti in forma e in buona salute, divertirti e/o hai la necessità di perdere qualche chiletto…. la risposta a tutto ciò si chiama semplicemente bellicon®. Si tratta di un attrezzo fitness decisamente alternativo, che ad ogni rimbalzo regala grandi benefici alla salute. Uno speciale mini-trampolino garantito dalla competenza svizzera tedesca che grazie alle sue molteplici qualità, allena delicatamente e senza nessun sovraccarico, tendini, legamenti e giunture. Quando si rimbalza sul bellicon®, si attivano tutti i muscoli del corpo e viene stimolata la muscolatura scheletrica, stabilizzatrice, deputata a mantenere il corpo eretto. Sono davvero tantissimi i benefici che si possono ottenere allenandosi con costanza con il bellicon® addio a mal di schiena, artrosi, sovrappeso, depressione, stress, digestione lenta e molto altro ancora…
Un paio di settimane fa, ho avuto modo di provare presso la palestra MooveOn di Milano, l’ormai famosissimo trampolino (utilizzato anche da diverse celeb.) e di conoscere la grintosissima e simpaticissima master trainer per l’Italia Karen – Nicole Stange. Si chiama bellicon Bounce ( si perché, a secondo della necessità, esistono diversi tipi di allenamento) lo speciale training fatto insieme a Karen. Una combinazione alternata di esercizi cardio e resistenza fisica a ritmo di musica. Questo tipo di allenamento è adatto principalmente per bruciare calorie e rafforzare i muscoli. Un allenamento più che completo; oltre che fare benissimo al corpo, fa benissimo anche alla mente… regalando così sorrisi e tanto, tanto buon umore!

Ecco qui la mia intervista a Karen – Nicole Stange

– Ballerina praticamente da sempre. Quanto e in che modo la danza ha “influenzato” la tua vita ?
Iniziando lo studio della danza da piccola, ovviamente è sempre stato un elemento fondamentale nella mia vita! Qualsiasi tipo di danza per me significa movimento, espressione, crescita personale, energia, evoluzione e tanto altro ancora! E più ne faccio e ne conosco, più alimento il motore della mia vita. Non potrei farne a meno.

– Dopo anni di svariate esperienze nel campo della danza come sei arrivata a scoprire bellicon? 
Mi è sempre piaciuto sperimentare e imparare i più vari stili di danza e movimento! Da danza classica, jazz, modern, hip-hop, afro, e poi integrando pilates, callanetics, step; quindi non poteva mancare bellicon! Bellicon mi ha conquistato immediatamente! La possibilità di allenarsi senza impatto al suolo, permettendomi così un lavoro cardiovascolare -che normalmente non potevo svolgere per tutelare le mie ginocchia- in modo ludico e divertente, non aveva prezzo! Conoscendo poi i vari livelli di allenamento (Move, Bounce, Circle) e le infinite possibilità del mini-trampolino bellicon® che dà la possibilità di migliorare la propria salute psicofisica, ha fatto scattare la voglia di diventare Mastertrainer bellicon!

– Cosa significa per te la parola Benessere? 
Il benessere psicofisico è fondamentale nella vita! L’equilibrio tra corpo e mente è la base di una vita sana e felice. Mi da’ le risorse per affrontare problemi quotidiani, stress e pressioni al lavoro come nel privato. Scarico le tensioni, mi prendo cura di me stessa e così contemporaneamente mi ricarico e sono più forte, più pronta. All’estero bellicon viene anche usato da aziende sul posto di lavoro per prevenire burnout e rinforzare le difese immunitarie.

– Quanto credi nei benefici del bellicon®? 
Tantissimo!! Ho potuto sperimentare gli effetti benefici su me stessa! Sono più in forma, ho più fiato, ho perso massa grassa, e tutto questo senza problemi alle ginocchia. Finalmente mi posso fare una corsa senza conseguenze. Ma sopratutto mi convince il fatto che l’allenamento e il trampolino bellicon® stesso sono adattabili, e per ciò praticabili da tutti! Da persone anziane, persone in sovrappeso, dopo un trauma, chi vuole migliorare la propria prestazione fitness fino ai maratoneti: tutti si possono allenare e tutti con soddisfazione!

– E’ vero che saltare sul Bellicon stimola anche il buon umore? 
Si!! Il movimento stimola le endorfine, l’ormone della felicità! E in più ha un effetto trigger con l’infanzia! Bambini felici tendono a saltare dall’allegria! Il sentirsi leggero spensierato e distaccato rinasce anche in noi adulti! Dopo pochi molleggi ho la classe sorridente – un bell’ambiente, come puoi immaginare, per svolgere la mia attività.

– Il bellicon® va bene e fa bene a qualsiasi età? 
Come già detto prima, la possibilità di un allenamento individualizzabile, anche attraverso una tensione variabile del trampolino bellicon®  copre tutte le fasce d’età! E per i più timorosi c’è anche la t-bar! Una sbarra verticale a forma di T, che ci permette di tenerci, se non abbiamo ancora un senso del equilibrio eccellente.

– Ci sono “controindicazioni” nell’utilizzo del bellicon®?
Si sconsiglia l’uso del bellicon® solamente alle donne incinta ed alle persone che soffrono di labirintite.

– Consigli di “abbinare” l’attività del bellicon® ad altre attività sportive? 
Assolutamente si! Tanti sportivi e atleti hanno integrato nel loro allenamento l’uso del bellicon®, perché permette un allenamento indoor ed è ottimo per prevenire un sovraccaricamento di tendini e articolazioni.

– bellicon® in palestra e bellicon® a casa: l’utilizzo è proprio lo stesso o ci sono delle differenze di utilizzo ?
Personalmente consiglierei di fare sempre le prime sessioni in palestra con un allenatore qualificato bellicon, che curi e corregga la postura o movimenti errati per poi integrare l’allenamento a casa. bellicon ha sviluppato una piattaforma con vari allenamenti che includono equilibrio, coordinazione, cardio, tonificazione solo per citarne alcuni, ma c’è tanto altro con vari bellicon trainers internazionali.

– Ti piacerebbe insegnare bellicon Training anche in veste di personal trainer…. quindi come allenamento totalmente personalizzato? 
Certo! I trampolini bellicon® sono ottimi per delle sessioni private! Come Personal Trainer si hanno infinite possibilità per i vari obiettivi dei clienti! Però sempre con dei trainers qualificati e formati bellicon academy, mi raccomando!

– Quante volte alla settimana bisognerebbe allenarsi con bellicon®?
La bellicon Academy consiglia un minimo di tre allenamenti settimanali, se si vogliono ottenere e vedere dei miglioramenti significativi. Ma per chi ha un trampolino bellicon® a casa, spontaneamente verrà la voglia di salirci quotidianamente, magari telefonando, guardando la TV o facendo altro. Anche di sera dopo una giornata faticosa, per fare qualche molleggio rilassante: tanto i trampolini bellicon non fanno rumore grazie alle sospensioni ad anelli elastici!

– Oltre che ad essere una super trainer, sei anche una super mamma: fai utilizzare anche a loro bellicon®? Se si, ci sono esercizi più mirati e specifici? 
Si, a casa mia è lotta tra le mie due bimbe e a volte anche il cane che vuole salire sul bellicon®! Ovviamente, vista la loro tenera età a loro basta “zompare” sul trampolino! Spesso fanno la corsetta o si siedono direttamente sul telo e rimbalzano tipo gonfiabili. Meglio però che ci sia anche io altrimenti mi smontano la casa!

– Si può dire che questo “attrezzo alternativo” rigeneri corpo, mente e spirito?
Assolutamente si! Un allenamento sano, positivo e divertente che ti invoglia a continuare! Cosa si può desiderare di più?!!

 


 bellicon®

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THAI THREE SEASONS – LA THAILANDIA NEL CUORE DI MILANO

10 Settembre 2017 da Bimbi

Ho sempre creduto e continuo a credere in quello che a me piace definire “il richiamo delle energie”. Energie belle, colorate, magiche. Speciali… Positive. Mi è capitato molto spesso nel corso degli anni di incontrare “per caso” anime che proprio in quei momenti “particolari” e/o di cambiamento della mia vita facessero proprio al caso mio. Per capirci meglio, persone che hai la sensazione di conoscere da sempre!
Lo scorso Giugno, mi sono ritrovata “casualmente” (grazie ad Anna una mia carissima amica, dottoressa e insegnante di yoga che ha fatto in qualche modo da tramite), in un vero e proprio angolo di pace e di benessere nel cuore di Milano. Si perchè il centro Thai Three Seasons non è una semplice spa, ma “arriva” in tutto e per tutto direttamente dalla terra della gioia e dei sorrisi: la magica Thailandia. Gessarin e Orapin, sorelle gentili e meravigliose, 100% made in thai, dopo lunghi periodi lavorativi trascorsi in prestigiose e lussuose spa sull’isola di Ko Samui e di alberghi milanesi come Bulgari e il Four Seasons, hanno ben pensato di unire le loro esperienze e di aprire nel marzo 2016 il centro Thai Three Seasons nella conosciutissima zona di Corso Como. Sono diversi i servizi che Gessarin (operatrice riconosciuta dal Ministero della salute pubblica Tailandese) e Orapin propongono ai loro clienti. Ma la vera specialità delle sorelle, non può che essere il thai massage. Vero Elisir per corpo e mente. Ogni volta che vado in Thailandia faccio delle vere e proprie scorpacciate di massaggi e vi garantisco che è come rinascere! Soprattutto per una che come me, pratica tutto l’anno moltissimo sport ad alta intensità e che ha bisogno di sciogliere tutte quelle noiosissime tensioni muscolari. Affidarmi alle mani di Gessarin è stato come riportarmi in Thailandia; con la differenza però, che quello di Gessarin è stato un deep tissu massage senza eguali. Lei è più che speciale, e detto da me può avere un certo valore; ma se a rimanere letteralmente entusiasta è stato Mr Richard Gere… beh capite che la questione cambia… E non poco. Non ci crederete ma ad andare sotto le mani di Gessarin (che vanta di essersi presa cura e di prendersi cura di una serie di celeb.) qualche anno fa è stato (anche) lui.
Spero di avervi incuriosito un po’ … 🙂

Ecco qui la mia intervista alla mia nuova e specialissima amica Gessarin Boonrat.

#MADEWITHLOVE

Gessarin e Orapin Boonrat

– Qual è stato il percorso che ti ha portato alla tua professione?

Conclusi gli studi in scienze delle comunicazioni mi sono scontrata con la realtà, dove l’obiettivo ultimo era quello di riuscire a lavorare. Solo dopo alune esperienze in ambito diverso mi sono decisa a fare ciò che mi ha sempre affascinata, entrare nel mondo dei massaggi, un arte molto diffusa  in Thailandia, utile al benessere di ogni persona.

– Da dove nasce la cultura  dei massaggi in Thailandia?

In Thailandia è concepita come medicina e la più grande scuola di thai massage nasce e ha sede dentro il tempio Wat Po…. si dice che tutto ha avuto inizio dal medico indiano Shivago Kumar Baj, considerato ancora oggi in Thailandia “Padre della medicina”.

Wat Po

– Qual è la tipologia di massaggio ( thailandese) che preferisci fare?

Non ho preferenze particolari; eseguo con la stessa passione e dedizione quello più appropriato alle esigenze del cliente che mi trovo a trattare.

 

– L’abilità del massaggio a tuo avviso deriva esclusivamente da un      percorso o richiede di una dote innata?

Tutto serve sicuramente ad essere un bravo terapista del massaggio, ma principalmente ogni cosa diventa arte, soltanto se viene praticata con grande passione. La mia è molto grande!

– Ti è mai capitato durante uno dei tuoi massaggi di individuare “malattie o problematiche” sconosciute al cliente stesso?

Malattie mai, ma sicuramente le mie mani, con il passare del tempo, riescono a leggere sempre più con maggior chiarezza  quello che c’è scritto sul corpo di chi riceve il trattamento.

– So che sei buddista. Pensi che questo ti aiuti nella tua professione?

Non solo il Buddismo , ma anche la mia cultura e la vicinanza a discipline come lo yoga ed all’essere sempre “qui e ora”. È necessario lavorare prima su se stessi e dopo sugli altri.

– Condividi la tua Spa con tua sorella, in che modo vi dividete i trattamenti… scelgono i clienti o ognuna di voi è specializzata o comunque preferisce un trattamento rispetto ad un altro?

Facciamo sempre scegliere ai clienti l’operatrice che desiderano, ma se non dicono niente, molto spesso io mi dedico alle donne e mia sorella agli uomini, in quanto lei ha una caratteristica operativa più “pesante” e dura che molto spesso viene preferita dagli uomini o dalle persone particolarmente sportive.

– La tua spa è frequentata da celeb.? 

I miei clienti sono quasi tutti delle celebrità o professionisti del mondo dello spettacolo, della moda e della finanza. Mi ritengo fortunata perché continuo ad incontrare sempre gente bella e vederli tornare è la prova evidente della qualità del mio lavoro.

– Qual è stata la celeb. che ti ha emozionata massaggiare?

Sicuramente Richard Gere, che ho avuto l’occasione di massaggiare il 13/12/2015 ( ricorda ancora la data!!! n.d.r.) Era stato affidato alle mani di un’altra terapista di Bulgari SPA, ma essendo impegnata, il destino ha voluto che fossi io la designata… chissà, forse in quanto Buddista?!?! La mia grande soddisfazione è stata vederlo ripetere a me e alle ragazze della reception: “you are very good”, “she is very good”; questo mi ha fatto un enorme piacere, perché è veramente un autentico gentleman. Non solo nei film.

– Cosa ti manca di più della Thailandia?

Sono fiera delle mie origini e come tutti i thai amo la mia patria, così come amo la mia famiglia; della mia terra adoro i sapori e i profumi come quelli dell’aglio, delle cipolle, dello zenzero e della galanga 🙂 ed il modo gioioso  di condividere la vita…ecco, forse questo è quello  che mi manca di più!

 

THAI THREE SEASONS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CLAUDIO PITTAN

4 Luglio 2017 da Bimbi

Esattamente una settimana fa ho avuto il grande piacere e onore di conoscere Claudio Pittan. Nominato due volte migliore tatuatore italiano, Claudio non si può solamente definire un tatuatore. Lui è molto di più! Profondamente etico, per Claudio i tatuaggi devono essere sobri, eleganti, ma soprattutto devono avere ” un senso”. Tokyio, dove ha soggiornato per un lungo periodo con lo scopo di studiare la cultura tradizionale giapponese, è stata la sua grande e in un certo senso “nuova” fonte di ispirazione. Segue e pratica ormai da diversi anni il buddismo giapponese, il suo amore per la cultura e per le tradizioni orientali vanno veramente oltre ogni immaginazione. Tante le storie e le leggende che Claudio mi ha raccontato mentre mi tatuava il rosario buddista (“Mālā”). Nonostante la zona scelta da farmi tatuare venga considerata tre le più fastidiose, le quasi due ore passate a chiaccherare con Claudio sono volate in un batte d’occhio… e quasi non mi sono nemmeno accorta che mi stesse tatuando.

Qui la mia intervista al Maestro Claudio Pittan…. spero vi piaccia 🙂

 
Com’è nata la passione per i tatuaggi e per il Giappone in particolare?
Da ragazzo negli anni 80 ero un punk rocker: i primi tattoo li feci allora ma erano più dei segni per sporcare il corpo, una trasgressione per impressionare la società benpensante. Frequentando scuole artistiche, in seguito, considerai il tatuaggio un mezzo molto attuale per esprimere se stessi. Riprese forza il mio interesse per l’arte giapponese quando scoprii che nel mondo del tatuaggio era molto importante.
 Ricordi il tuo primo tatuaggio?
Si, seduto su una vecchia poltrona da barbiere di pelle nera, in un negozio di tatuaggi a Londra, dove si tramandava quell’arte di padre in figlio, ebbi mio il primo tatuaggio “vero”. Ricordo ancora il dolore lancinante: era l’ anno1983.
 Dopo la tua esperienza in Giappone hai subito aperto il tuo studio o hai lavorato presso altri tatuatori?
Andai in Giappone per tatuarmi dal grande maestro Horiyoshi. Rimasi due mesi in Giappone e potei approfondire la conoscenza di quell’arte: ero già un professionista ma quell’esperienza cambiò totalmente il mio approccio verso il lavoro che diventò molto più profondo.
Come mi hai detto, ti piace definire i tuoi tatuaggi sobri ed eleganti. Cosa significa esattamente?
L’irezumi lo definisco sobrio ed elegante perché non ha mai contenuti volgari, violenti o eccessivi; si cerca sempre un equilibrio, ad esempio quando si rappresenta un guerriero, accanto ci sono sempre dei fiori o una donna che addolciscono la scena. Un riferimento culturale è sempre presente: sono rappresentati personaggi di romanzi famosi, drammi teatrali, figure religiose e popolari come gli animali leggendari che proteggono o danno forza e grazia. In Giappone l’irezumi non viene esibito, non si tatuano mani, collo o viso, anzi non vengono proprio tatuate le parti del corpo che si potrebbero intravedere sotto i vestiti. Tutti disegni sono uniti da uno sfondo che richiama gli elementi della natura e unisce tutti i soggetti, proprio come una stoffa decorata. L’aspetto di un giapponese con il corpo ampiamente tatuato può ricordare una persona che indossa una vestaglia, o meglio, un kimono.
Quanto conta per te la posizione e il tipo di tatuaggio per un uomo o per una donna?
E’ importante capire la differenza tra corpo maschile, tozzo e muscoloso e quello femminile sinuoso: come nei vestiti le forme della donna vanno seguite ed esaltate, il tatuaggio grande deve abbellire e slanciare la zona che si tatua.
Il tatuaggio che non faresti mai e il soggetto che invece ti piace di più.
Non mi piacciono soggetti offensivi, con un significato negativo, teschi e soggetti macabri per intenderci. Mi piacciono personaggi con una storia positiva, eroi o eroine.
 Per quanto riguarda le tecniche… macchinetta o “bacchette”, quale preferisci usare e se ci sono tatuaggi più indicati per l’una o per l’altra tecnica…
Il tattoo pre-tecnologico ha un suo fascino, è meno preciso di quello fatto con le attrezzature moderne e deve essere semplice…ho visto cose bellissime fatte a mano che hanno un loro aspetto speciale di “vissuto”
 Ti è mai capitato di dire di no ad un tatuaggio?
Spesso dico no, se reputo che la persona non sia convinta di ciò che fa o se nel caso dell’irezumi si associno soggetti che non c’entrano tra loro, e poi non tatuo minorenni
La scelta di seguire il buddismo Giapponese è nata per l’amore per i tatuaggi, o sono stati i tatuaggi a portarti verso il buddismo Giapponese…

Non vorrei parlarne molto perchè è una cosa personale, diciamo che la passione per l’oriente si è manifestata con i tatuaggi e con l’interesse per il buddismo che ha dato una direzione importante alla mia vita.Adesso parlarmi un po’ del tuo nuovo studio appena aperto e dei tuoi collaboratori…

Ho desiderato aprire uno studio per esprimere la mia idea di tatuaggio: elegante e con un importante aspetto culturale. Desidero anche fare conoscere meglio i miei collaboratori: Sonia, esperta di tatuaggio tribale. Come ho fatto io, anche lei è stata dai maestri di tatuaggio tribale per approfondire il suo stile, in Nuova Zelanda e in Thailandia. Marzia, ha fatto anche lei l’accademia di Brera e predilige il genere illustrativo, con ritratti e immagini cartoon. Matteo tatua nello studio il sabato ed è molto preciso nel eseguire piccoli e intricati disegni colorati o in nero. Daniele, il nostro piercer, soddisfa il desiderio di avere orecchini in varie parti del corpo con perizia e professionalità.

Ora la ricetta del Maestro per la cura del tatuaggio.
In anni di mie domande a medici e dermatologi ho trovato sia questa la cura migliore: appena il tatuaggio è stato fatto bisogna applicare una crema sterile a base di ossido di zinco che calma il bruciore sigillando l’impacco con pellicola protettiva. Nei giorni seguenti la pelle va lavata con sapone neutro e tenuta all’aria aperta per favorire la guarigione; una crema neutra al pantenolo applicata in leggera quantità due o tre volte al giorno favorisce la cicatrizzazione che dura circa una settimana. in questo periodo bisogna evitare bagni in mare e piscina, saune, massaggi, contatto con tessuti sintetici e lana. Aggiungo, ironicamente, di evitare di ascoltare esperti di tatuaggi al bar o per strada per un periodo di un mese.
“Penso che attualmente il tatuaggio sia un mezzo alla portata della gente comune per esprimere artisticamente il proprio mondo interiore.”
Claudio Pittan

CLAUDIO PITTTAN TATTOO

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GIULIA MAROTTA E IL SUO SOGNO “ORIGINE”.

21 Ottobre 2015 da Bimbi

Si chiama Giulia Marotta, la giovane e intraprendente designer, che insieme al suo compagno ha finalmente realizzato il suo sogno; quello di creare la linea di borse Animal Free “Origine“. Qualche settimana fa ho avuto modo di conoscere lei e Cristian. Scambiare due chiacchiere con loro è stato davvero entusiasmante e motivante. Volontà, passione, determinazione e speranza sono le parole chiave che identificano questi due giovani ragazzi. Nell’attesa di scoprire la prossima collezione, auguro a Giulia e Cristian un grande in bocca al lupo e tanta, tantissima fortuna !

 ♥ In foto la Fashion Designer Giulia Marotta con due creazioni della sua collezione “Origine”.

ORIGINE FOTO 2

-Giulia, non appena hai terminato gli studi nel noto Istituto di moda Marangoni, qual’è stato il tuo primo lavoro? Cosa “volevi fare da grande”?

Il mio primo lavoro è stato uno stage da Extè, eravamo in quattro stagisti alle dipendenze di una stilista di cui non ricordo il nome. Sicuramente il mio sogno è sempre stato ed è tuttora, quello di creare un mio brand, di disegnare le mie collezioni ma soprattutto di portare un po’ di me stessa nel mondo

-Quando tu e il tuo compagno Cristian avete deciso di lanciarvi nel mondo della moda?

La decisione l’abbiamo presa circa un anno e mezzo fa, era però nell’aria da sempre perché comunque dentro di me sapevo che prima o poi avrei provato a inseguire il mio sogno. Cristian mi ha dato fiducia e mi ha incoraggiato

-Com’è nata l’idea di creare un marchio di borse animal free?

Ho voluto creare un brand che mi rispecchiasse.

-Amore e lavoro, è difficile condividere ogni giorno gli stessi interessi insieme?

Per noi è naturale, abbiamo sempre progetti di cui parlare, con i quali evolverci insieme. Certo questo porta anche a discussioni, ma sicuramente non potremmo fare a meno di quest’alchimia.

-Per raggiungere il successo, quanto secondo voi è importante essere creativi e quanto invece è importante essere veri imprenditori?

Credo, come in tutte le cose, che il giusto connubio sia importante. La creatività è ciò che ci rende individui, è fondamentale ma da sola non basta; è necessario strutturarsi come brand, crescere e far conoscere le proprie realizzazioni e per questo servono capacità imprenditoriali.

-Giulia, la tua scelta dell’essere vegetariana ti ha in qualche modo condizionata anche sul fatto di scegliere materiali “alternativi” per creare le tue borse?

Sicuramente! Sono vegetariana da tanti anni ed è difficile combinare una scelta di vita con la passione per la moda, soprattutto con gli accessori! Così è nato ORIGINE, dalla mia voglia di creare qualcosa di bello in linea con la mia filosofia.

ORIGINE FOTO 1

-In Italia tendenzialmente non siamo ancora troppo pronti per questo genere di mercato che non vede la pelle protagonista nelle nostre borse. Avete tecnicamente riscontrato difficoltà nel far lavorare questo genere di materiali “alterativi” come il  poliuretano, poliestere il poliammide, la viscosa e il cotone ? A chi vi siete affidati?

La vera difficoltà per un nuovo brand è trovare persone che credano nel tuo progetto e abbiano voglia di sperimentare nuove tecniche di lavorazioni, non solo per i materiali ma anche per la modellistica, che per la mia collezione ha richiesto un studio attento e particolare. Dopo diverse vicissitudini abbiamo incontrato artigiani con decenni di esperienza nella lavorazione della pelle ma soprattutto con la voglia di accettare nuove sfide, grazie alla passione e alla cura che mettono nel proprio lavoro.

-Perché la scelta del -quasi- total black nella tua prima collezione ?

Il nero è il mio colore preferito e cosa ti rappresenta di più di ciò che ti piace? L’intenzione è quella di giocare tra nero lucido e opaco, inserendo qualche sprazzo di luce dato dall’intreccio argento.

-Il vostro è un prodotto medio-alto. In che modo pensate di posizionarlo nel complicato mondo della moda?

Il nostro target è una donna forte, consapevole dei propri successi, che non ha bisogno di chiedere quando vuole qualcosa!

-In questo momento dove si possono acquistare le borse?

Su Amazon ed entro fine novembre anche direttamente dal nostro sito www.originemadeinitaly.it

-Cosa vi aspettate da “Origine”? 

Che diventi un successo! Ci aspettiamo, nel giro di qualche anno, di consolidare il brand, di allargare i nostri prodotti a tutti gli accessori donna e col tempo anche uomo.

♥L’approccio e la produzione cruelty free sono certificati dalla partecipazione di Origine al progetto LAV animal free fashion.

Archiviato in:Interview Contrassegnato con: ANIMAL FREE, autunno-inverno 2015-16, Borse, fashion news, GIULIA MAROTTA, INTERVISTA, ORIGINE

INTERVISTA A PATRIZIA FABRI … UNA DONNA D’ALTRI TEMPI.

19 Ottobre 2015 da Bimbi

“I cappelli sono una cosa seria”. Ne è convinta la sofisticata designer e storica della moda Patrizia Fabri che, come in una favola, dal 2003 ha ridato vita al più antico e glorioso laboratorio romano di cappelli, perché “da sempre -dice- quello che ci mettiamo in testa indica lo stile, l’appartenenza a una corporazione, l’epoca. E in tempo di crisi, come diceva il signor Loris, si torna sempre al cappello. Si torna all’identità”. Il signor Loris era il precedente proprietario della cappelleria, fondata nel 1936 dalla sua famiglia, una sorta di mentore di Patrizia, che a 17 anni un giorno entrò nel suo laboratorio e non ne uscì mai più. “Mi comprai il mio primo cappello -racconta lei- e lo personalizzai. Poi un giorno al mare entrai in un negozio e lo proposi alla proprietaria, che me ne ordinò 25 di tutti i colori: il mio primo ordine!” Tornai dal signor Loris che, nel suo modo tipico toscano, mi disse ‘Oh, la ragazza fa sul serio’.

L’antica Manifattura Cappelli, possedeva un ricco patrimonio di strumenti artigianali e più di mille forme originali in legno di modelli, dall’inizio del novecento fino ad oggi. Forte di questo incredibile strumento di lavoro Patrizia ha sfrenato il suo talento artistico creando (tutti a mano e tutti pezzi unici), tanti incredibili cappelli per il teatro, il cinema e per le sfilate di alta moda (Roccobarocco, Givenchy fra tutti). Le romane chic, patite del cappello, come Marina Ripa di Meana sono amiche e clienti affezionate di Patrizia da tempo.

 

♥♥♥

-Com’è stato inizialmente rilevare (comprare) l’antico e glorioso cappellificio romano…L’antica Manifattura Cappelli”? Quali sono state le sue paure e i suoi dubbi ? 

 Rilevare l’ antica bottega della famiglia Cirri è stato un atto di pura follia, mista ad incoscienza e presunzione! Tutto dettato dal cuore, dalla passione per il cappello e per la grande stima ed affetto  che avevo nei confronti del signor Loris, il titolare di seconda generazione, che quando nel 2003 si è ammalato e si è visto costretto alla cessazione dell’ attività, avrebbe visto tutto il “suo mondo” disperso, perché privo di eredi predisposti alla continuazione del proprio mestiere! E cosi senza pensare ,in un solo momento, senza un analisi di mercato e soprattutto senza un business plane ho dato un acconto ed ho acquistato tutto! Forme, mobilio, clienti, strumenti e tanta tanta storia! Credo di aver (e questa volta senza presunzione) salvato un pezzetto di Made in Italy! Il cappellaio, modista sono  mestieri in via d’ estinzione! E del mondo cappello nessuna ne sa nulla! La paura è stata quella di rilevare un attività senza futuro………invece poi… !

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-Copricapi di ieri e di oggi… cos’è sostanzialmente cambiato? 

Ohhh moltissimo! Il cappello di oggi è un fenomeno momentaneo nato dalla bizzarria della moda ..la gente torna ad usarlo solo perché è tornato di moda! Ma non ha ne conoscenza ne confidenza  con questo sconosciuto e quasi dimenticato oggetto, invece ricco di significati e non solo estetici. Il cappello è segno di identità ed identificazione ! il cappello è comunicazione! Il cappello è l accento su di sé !! Prima non si usciva di casa senza cappello! Era segno di rispetto! In sostanza il cappello di oggi  è moda, il cappello di ieri  un fatto di cultura ed educazione!!!

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-In quale epoca il cappello era considerato veramente un “must have” ?

Il cappello ha avuto 3 gravi battute d’arresto nel secolo passato, che lo ha declassato fino al raggiungimento del totale disuso. 1) Durante il primo ventennio, l avvento dell’ automobile! Non è stata tanto Coco Chanel come spesso si trova scritto nei libri di moda , a far si che i cappelli pieni di fiori frutti ed uccelli si trasformassero in piccole cloche , quanto la difficoltà a gestire quei tipi di cappelli ,anche  per un piccolo tratto di strada da percorrere  in automobile !!!!!!  2 ) La rivoluzione degli anni 70 che identificò il cappello quale  elemento di autorevolezza e status   sociale ! 3) La più recente negli anni 90 l obbligo del casco per l uso dei motorini! Prima di allora il cappello era un pezzo fondamentale della propria “mise “. Direi inoltre che se è vero che la donna ha perso molto perdendo il cappello per l uomo vale ancor di più ! provate a guardare un uomo con un bel cappello … e capirete la differenza!

-Patria Fabri ….Artista a 360 gradi, designer, esperta di storia della moda… quanto e come secondo lei arte, moda e design sono vicini e si “compensano?”

Sono tre parti inevitabilmente dello stesso mondo!!! La funzione, da cui nasce il concetto di design è sempre la prima cosa ed anche la più importante da considerare! Poi arte e moda sono due diversi livelli dell’espressione di una cultura, di un popolo, di un determinato momento. Ed il cappello riesce a racchiudere e rappresentare magnificamente questo concetto

-Qual è la sua fonte d’ispirazione?

Credo nella suprema superiorità divina della natura! Essa racchiude misteriosamente tutto il fattibile! Quello che cerco in ogni mia creazione è “ l armonia dei contrasti” e la natura in questo è più che maestra !

– Cinema, teatro e moda…a quale di questi mondi si sente più vicina, qual è il mondo che in un certo senso “le appartiene di più ?

Forse la moda, ma anche qui ….la moda prende ed ha preso dal cinema e dal teatro ed il cinema spesso ha fatto la moda !

 

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-In che modo un cappello può far risaltare la “vera” personalità di chi lo indossa?

Solo ed esclusivamente quanto indossando il cappello si è totalmente a proprio agio! Cioè come se non lo si indossasse! Il cappello allora  è il proseguimento di noi stessi!

-Immagino che le verranno commissionati molti cappelli. Qual è il più “richiesto” ?

Nell’ immaginario, soprattutto femminile, c’è sempre Audrey! La pagoda di colazione da Tiffany, anche se nessuno è consapevole della vera misura del cappello originale, ovvero gigante, piuttosto che il nome del modello, è sempre il cappello  che prima o poi riemerge nei desideri e quindi nelle richieste.

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-A chi vorrebbe vedere indossare le sue creazioni ?

Non saprei, forse a chiunque attraverso il cappello ritrovi una parte recondita di se stesso! Comunque sia a chi ama i cappelli. A Sandro Pertini , se fosse possibile! A Giorgio Napolitano abbiamo donato una lobbia quando è stato insignito Presidente della Reppublica! A Jonny Deep! A  Karen blixen! A Gigi Proietti! Abbiamo comunque realizzato cappelli per Lady Gaga e per Madonna ma solo per degli spettacoli non per uso personale.

-Ha un suo modello di cappello preferito? … Nella vita di tutti i giorni indossa cappelli?  

Il basco è la sintesi di ogni forma! Indossavo molto i cappelli prima di rilevare il cappellificio, ora meno!

-Il nuovo Atelier Patrizia Fabri by Antica Manifattura Cappelli, in cosa si distingue sostanzialmente rispetto allo storico Atelier?

 Antica Manifattura Cappelli è e sarà sempre il vero laboratorio! Qui tutto è possibile. Trovare disordine, scarti di cappelli a terra e materiali ovunque e tanti tanti cappelli in lavorazione o finiti è la normalità. Qui si sente l odore del feltro che asciuga in forno, si vede  il cappellaio che stira la paglia sulle forme di legno!  

Patrizia Fabri in Via dell’Oca! E’ l’Atelier, in bilico tra passato e presente, deve rimandare al magnifico mondo dell’ atelier della modista, il luogo dove le nostre nonne passavano il pomeriggio a scegliere il proprio cappellino. Per questo ci sara un divano ed offriremo del tè! Ma al contempo l’arredo contemporaneo e pezzi unici fuori misura ,divertenti,eleganti, bizzarri parleranno di oggi! La cosa più bella di questa nuova avventura è senz’altro il luogo! Il centro di Roma, Piazza del Popolo… uniche al mondo! E noi siamo proprio li al centro del mondo !

FOTO 4

Il 21 ottobre l’apertura del nuovo Atelier Patrizia Fabri by Antica Manifattura Cappelli; uno spazio moderno e luminoso all’interno di un palazzo ottocentesco; il bianco, l’oro, il verde malva e il grigio  i colori dominanti ed enormi peonie bianche tutto intorno. Insomma, uno spazio speciale che vuole far rivivere la magia, presente nell’immaginario collettivo, del magico mondo dell’ atelier della “modista” e dove verranno venduti pezzi esclusivi realizzati con materie prime vintage. Velour fiori piume e velette o materiali inediti ed innovativi. Durante l’inaugurazione  sarà allestito uno shooting fotografico  dove sarà possibile essere fotografati con  uno dei tanti cappelli messi a disposizione e l’immagine sarà poi lasciata in regalo e pubblicata sui social.

Patrizia fabri by Antica Manifattura Cappelli via dell’Oca 34 (angolo Piazza del Popolo) – Roma

 Antica Cappelleria 

 

 

 

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