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CLAUDIO PITTAN

4 Luglio 2017 da Bimbi

Esattamente una settimana fa ho avuto il grande piacere e onore di conoscere Claudio Pittan. Nominato due volte migliore tatuatore italiano, Claudio non si può solamente definire un tatuatore. Lui è molto di più! Profondamente etico, per Claudio i tatuaggi devono essere sobri, eleganti, ma soprattutto devono avere ” un senso”. Tokyio, dove ha soggiornato per un lungo periodo con lo scopo di studiare la cultura tradizionale giapponese, è stata la sua grande e in un certo senso “nuova” fonte di ispirazione. Segue e pratica ormai da diversi anni il buddismo giapponese, il suo amore per la cultura e per le tradizioni orientali vanno veramente oltre ogni immaginazione. Tante le storie e le leggende che Claudio mi ha raccontato mentre mi tatuava il rosario buddista (“Mālā”). Nonostante la zona scelta da farmi tatuare venga considerata tre le più fastidiose, le quasi due ore passate a chiaccherare con Claudio sono volate in un batte d’occhio… e quasi non mi sono nemmeno accorta che mi stesse tatuando.

Qui la mia intervista al Maestro Claudio Pittan…. spero vi piaccia 🙂

 
Com’è nata la passione per i tatuaggi e per il Giappone in particolare?
Da ragazzo negli anni 80 ero un punk rocker: i primi tattoo li feci allora ma erano più dei segni per sporcare il corpo, una trasgressione per impressionare la società benpensante. Frequentando scuole artistiche, in seguito, considerai il tatuaggio un mezzo molto attuale per esprimere se stessi. Riprese forza il mio interesse per l’arte giapponese quando scoprii che nel mondo del tatuaggio era molto importante.
 Ricordi il tuo primo tatuaggio?
Si, seduto su una vecchia poltrona da barbiere di pelle nera, in un negozio di tatuaggi a Londra, dove si tramandava quell’arte di padre in figlio, ebbi mio il primo tatuaggio “vero”. Ricordo ancora il dolore lancinante: era l’ anno1983.
 Dopo la tua esperienza in Giappone hai subito aperto il tuo studio o hai lavorato presso altri tatuatori?
Andai in Giappone per tatuarmi dal grande maestro Horiyoshi. Rimasi due mesi in Giappone e potei approfondire la conoscenza di quell’arte: ero già un professionista ma quell’esperienza cambiò totalmente il mio approccio verso il lavoro che diventò molto più profondo.
Come mi hai detto, ti piace definire i tuoi tatuaggi sobri ed eleganti. Cosa significa esattamente?
L’irezumi lo definisco sobrio ed elegante perché non ha mai contenuti volgari, violenti o eccessivi; si cerca sempre un equilibrio, ad esempio quando si rappresenta un guerriero, accanto ci sono sempre dei fiori o una donna che addolciscono la scena. Un riferimento culturale è sempre presente: sono rappresentati personaggi di romanzi famosi, drammi teatrali, figure religiose e popolari come gli animali leggendari che proteggono o danno forza e grazia. In Giappone l’irezumi non viene esibito, non si tatuano mani, collo o viso, anzi non vengono proprio tatuate le parti del corpo che si potrebbero intravedere sotto i vestiti. Tutti disegni sono uniti da uno sfondo che richiama gli elementi della natura e unisce tutti i soggetti, proprio come una stoffa decorata. L’aspetto di un giapponese con il corpo ampiamente tatuato può ricordare una persona che indossa una vestaglia, o meglio, un kimono.
Quanto conta per te la posizione e il tipo di tatuaggio per un uomo o per una donna?
E’ importante capire la differenza tra corpo maschile, tozzo e muscoloso e quello femminile sinuoso: come nei vestiti le forme della donna vanno seguite ed esaltate, il tatuaggio grande deve abbellire e slanciare la zona che si tatua.
Il tatuaggio che non faresti mai e il soggetto che invece ti piace di più.
Non mi piacciono soggetti offensivi, con un significato negativo, teschi e soggetti macabri per intenderci. Mi piacciono personaggi con una storia positiva, eroi o eroine.
 Per quanto riguarda le tecniche… macchinetta o “bacchette”, quale preferisci usare e se ci sono tatuaggi più indicati per l’una o per l’altra tecnica…
Il tattoo pre-tecnologico ha un suo fascino, è meno preciso di quello fatto con le attrezzature moderne e deve essere semplice…ho visto cose bellissime fatte a mano che hanno un loro aspetto speciale di “vissuto”
 Ti è mai capitato di dire di no ad un tatuaggio?
Spesso dico no, se reputo che la persona non sia convinta di ciò che fa o se nel caso dell’irezumi si associno soggetti che non c’entrano tra loro, e poi non tatuo minorenni
La scelta di seguire il buddismo Giapponese è nata per l’amore per i tatuaggi, o sono stati i tatuaggi a portarti verso il buddismo Giapponese…

Non vorrei parlarne molto perchè è una cosa personale, diciamo che la passione per l’oriente si è manifestata con i tatuaggi e con l’interesse per il buddismo che ha dato una direzione importante alla mia vita.Adesso parlarmi un po’ del tuo nuovo studio appena aperto e dei tuoi collaboratori…

Ho desiderato aprire uno studio per esprimere la mia idea di tatuaggio: elegante e con un importante aspetto culturale. Desidero anche fare conoscere meglio i miei collaboratori: Sonia, esperta di tatuaggio tribale. Come ho fatto io, anche lei è stata dai maestri di tatuaggio tribale per approfondire il suo stile, in Nuova Zelanda e in Thailandia. Marzia, ha fatto anche lei l’accademia di Brera e predilige il genere illustrativo, con ritratti e immagini cartoon. Matteo tatua nello studio il sabato ed è molto preciso nel eseguire piccoli e intricati disegni colorati o in nero. Daniele, il nostro piercer, soddisfa il desiderio di avere orecchini in varie parti del corpo con perizia e professionalità.

Ora la ricetta del Maestro per la cura del tatuaggio.
In anni di mie domande a medici e dermatologi ho trovato sia questa la cura migliore: appena il tatuaggio è stato fatto bisogna applicare una crema sterile a base di ossido di zinco che calma il bruciore sigillando l’impacco con pellicola protettiva. Nei giorni seguenti la pelle va lavata con sapone neutro e tenuta all’aria aperta per favorire la guarigione; una crema neutra al pantenolo applicata in leggera quantità due o tre volte al giorno favorisce la cicatrizzazione che dura circa una settimana. in questo periodo bisogna evitare bagni in mare e piscina, saune, massaggi, contatto con tessuti sintetici e lana. Aggiungo, ironicamente, di evitare di ascoltare esperti di tatuaggi al bar o per strada per un periodo di un mese.
“Penso che attualmente il tatuaggio sia un mezzo alla portata della gente comune per esprimere artisticamente il proprio mondo interiore.”
Claudio Pittan

CLAUDIO PITTTAN TATTOO

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