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PIRELLI: l’annual report 2018 celebra i 25 anni di “POWER IS NOTHING WITHOUT CONTROL”

15 Maggio 2019 da Bimbi

Tre scrittori, un video e un racconto per immagini ricordano che “LA POTENZA È NULLA SENZA IL CONTROLLO”

Milano, 15 maggio 2019 – “Power is nothing without control” è lo slogan che da 25 anni esatti accompagna il brand Pirelli in tutto il mondo. È al suo famoso pay off che la società dedica quindi l’Annual Report 2018, celebrandone l’anniversario con i racconti di tre scrittori internazionali, un video e una serie di immagini fotografiche che propongono alcune delle sue tante possibili interpretazioni.
La fortunata campagna di lancio di Power is nothing without control ritraeva Carl Lewis, fotografato da Annie Leibovitz nella classica posizione del velocista ai blocchi di partenza, mentre calzava scarpette rosse con tacchi a spillo poi divenute leggendarie. La foto, scattata in Texas nel 1994 e divenuta un’icona della creatività pubblicitaria, trasmette un messaggio che è stato in grado di resistere agli anni perché ancorato alla dimensione del prodotto, il pneumatico, e al tempo stesso capace di sfuggere ai confini della materialità: in auto, come nella vita, “la potenza è nulla senza il controllo”. Una riflessione senza tempo, che non si esaurisce perché lascia alle donne e agli uomini di ogni epoca la ricerca di un punto d’equilibrio tra due dimensioni apparentemente contrastanti.
Un esercizio di sintesi che fanno anche i tre autori coinvolti nel progetto Annual Report 2018 di Pirelli – Adam Greenfield, Lisa Halliday e J.R. Moehringer – e che propongono una personale rappresentazione della potenza e del controllo all’interno di mondi appartenenti anche a Pirelli: la tecnologia, lo sport e la cultura.
Per Adam Greenfield, scrittore e urbanista di base a Londra, da anni approfondisce la tematica di come si possono unire e compene-trare il mondo e la quotidianità dell’essere umano con il progresso informatico e tecnologico. Per lui nel testo intitolato “Ciò che ostacola il controllo” e incentrato sulla tecnologia, “la distinzione tra la potenza e il controllo è tra le sfide cruciali della nostra epoca. Le più audaci tecnologie del presente ci mettono a disposizione una quantità sempre maggiore di potenza, ma la realtà è che non abbiamo ancora imparato a controllare queste tecnologie”.
J.R. Moehringer, nato a New York nel 1964, è stato corrispondente del Los Angeles Times. Per uno dei racconti lì pubblicati, Oltre il fiume, ha vinto il Premio Pulitzer. Nel racconto “Il controllo della potenza” dedicato allo sport, scrive: “A tutti capita di pensare, erroneamente, che i grandi atleti, attori, pittori, medici, imprenditori e così via siano dotati di poteri speciali. In realtà tutti abbiamo dei poteri speciali. Le persone di successo sono quelle che riescono a tenere sotto controllo questi poteri in maniera duratura e costante”.
“Affrettarsi con lentezza”, è il saggio dedicato all’arte e alla cultura di Lisa Halliday, cresciuta a Medfield, nel Massachusetts. Dopo la laurea alla Harvard University ha lavorato a New York come agente letterario. Alcuni suoi scritti sono stati pubblicati su The Paris Review e nel 2017 ha vinto il Whiting Award per la narrativa. La scrittrice afferma: “L’arte è un viaggio, ed è la coscienza a coprire la distanza. Ciò è vero per l’artista come per il fruitore, per chi è sotto i riflettori come per il pubblico, per lo scrittore come per il lettore. La forza propulsiva che anima questo viaggio non è niente senza il controllo, perché solo il controllo è in grado di imbrigliare e dirigere il potenziale artistico”.
Gli scritti dei tre autori sono affiancati da un video realizzato da Young&Rubicam, la stessa agenzia che 25 anni fa ideò la campagna con Carl Lewis. Qui la potenza viene mostrata come la forza interiore che spinge l’uomo ad andare sempre oltre e il controllo come l’elemento indispensabile a raggiungere ogni meta. Lo stesso concetto del video viene declinato anche in una galleria fotografica che arricchisce l’edizione cartacea del bilancio.

“Power is nothing without control”: una storia lunga un quarto di secolo

La fotografia di Carl Lewis con l’headline “Power is nothing without control” dà il via a una campagna pubblicitaria di grande successo al punto che continua da allora e fino a oggi a identificare Pirelli. Sulla scia della foto di Annie Leibovitz si passa l’anno successivo alla realizzazione di uno spot che sotto la regia di Gerard de Thame vede Carl Lewis in una folle corsa piena di effetti speciali lungo lo skyline di New York. L’anno successivo gli subentra l’atleta francese Marie-José Pérec, allora la donna più veloce del mondo. Un luogo fatto di ghiaccio e lava, mostri marini, crolli e altre minacce fa da sfondo al nuovo spot Pirelli, da cui la velocista riesce a sfuggire ancora una volta calzando il battistrada dei pneumatici Pirelli.
Il 1998 è l’anno di Ronaldo, la cui immagine di spalle sulla statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro diventa immediatamente un’icona anche al di fuori del mondo della pubblicità.
Dal 2010 a oggi, gli Annual Report di Pirelli sono stati trasformati – grazie al contributo di personalità del mondo dell’arte e della cultura a livello internazionale – da “semplici” bilanci a strumenti di comunicazione in grado di raccontare con forme alternative un anno di storia aziendale.

 

PIRELLI

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TATTOO: L’ARTE SULLA PELLE dal 9 novembre 2018 al 3 marzo 2019

13 Dicembre 2018 da Bimbi

Artisti contemporanei, tatuatori e tatuati, opere e personaggi del passato si mescolano e dialogano in un percorso suggestivo, che guida il pubblico in un viaggio culturale e artistico del corpo

La pratica del tatuaggio accompagna l’umanità da tempi remoti. Troviamo esempi di questo uso sulle mummie egiziane, sui corpi mummificati rinvenuti in varie località in Europa, Asia, America risalenti a migliaia di anni fa. Nel mondo occidentale il tatuaggio è stato a lungo considerato il marchio della marginalità, della barbarie, della criminalità, nel mondo romano era associato alla ferocia dei Pitti e dei Germani che minacciavano i confini dell’Impero.

La mostra ripropone alcuni passaggi cruciali in cui l’Occidente si nutre di rappresentazioni dell’altro, focalizzando l’attenzione su popoli che praticano in maniera estensiva il tatuaggio e che influenzeranno fortemente la cultura e l’arte contemporanea.

Verranno presentate, grazie ai prestiti del Museo delle Civiltà di Roma, strumenti collegati al tatuaggio provenienti dall’Asia e dall’Oceania, foto storiche scattate dal celebre fotografo Felice Beato nel Giappone degli anni ’60 dell’800 e fotografie, sempre storiche, dei Maori della Nuova Zelanda. A questo si aggiunge una selezione delle stampe del noto artista giapponese Kuniyoshi Utagawa che nel 1827 pubblica una serie di eroi popolari giapponesi noti come i 108 eroi suikoden, famosa per essere diventata un riferimento iconografico per i tatuaggi.

Disegni e oggetti provenienti dal museo di Antropologia criminale Cesare Lombroso e dal museo di Anatomia di Torino costituiranno parte integrante dell’esposizione nella quale il materiale storico e iconografico si sovrappone e dialoga con la cultura contemporanea del tatuaggio, profondamente influenzata sia dalle tecniche e dagli stili provenienti dall’Asia, sia dalle teorie lombrosiane.

Del tatuatore si apprezzano l’abilità, l’estro, la fantasia creativa e lo stile. Il suo fare deriva dal disegno, ma il suo trasferimento indelebile sulla pelle lo proietta di diritto nell’universo delle arti applicate, arti minori, arti decorative, che gli inglesi chiamavano Arts & Crafts.

Diversi gli esempi in tal senso: il fiammingo Wim Delvoye ha tatuato grossi maiali non destinati all’alimentazione e lasciati morire di vecchiaia; lo spagnolo Santiago Sierra ne fa un uso politico e trasgressivo; il messicano Dr. Lakra si dedica a minuziosi disegni e interventi di street art; l’austriaca Valie Export e la svedese Mary Coble hanno trattato temi legati al femminismo. Tra gli italiani, inoltre, le fotografie ritoccate e decorate da Plinio Martelli, le statue in marmo di Fabio Viale.

Tra i tatuatori contemporanei sono state scelte immagini dei lavori di grandi professionisti noti proprio per il ruolo cruciale che hanno sulla scena contemporanea e la diffusione della cultura del tatuaggio, da Tin-Tin, a Filip Leu e a c. Alle opere di questi influenti personaggi del mondo del tatuaggio, sono affiancati i lavori di altri tatuatori più o meno conosciuti al grande pubblico, sia italiani che stranieri, tra i quali Nicolai Lilin, Gabriele Donnini, Claudia De Sabe, che costituiscono una ristretta rappresentanza di una numerosa, notevole e mutevole comunità di lavoratori del settore.

Quello del tatuaggio è un mondo complesso e sterminato. La mostra, attraverso le diverse sezioni permette un affascinante viaggio tra il tatuaggio orientale e quello occidentale, dal simbolo della marginalità alla potenza espressiva dell’arte contemporanea.

Andrew Shaylor
Araceli, London Tattoo Expo, Londra, 2008
Stampa fotografica, cm 34,5×52
Courtesy Andrew Shaylor
Filip Leu
Schiena con carpa tatuata, 2003
Stampa fotografica, cm 73,4×50
Courtesy Filip Leu

MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, Torino
Info tel. 011.4436927 – e-mail mao@fondazionetorinomusei.it – sito www.maotorino.it
Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale

Orario mar-ven h 10 -18; sab-dom h 11 – 19; chiuso lunedì.
La biglietteria chiude un’ora prima.
Tariffe Intero € 10,00, ridotto € 8,00, gratuito fino ai 18 anni e abbonati Musei Torino Piemonte

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PRESENTATO A MILANO “DREAMING”, il calendario PIRELLI 2019 scattato da ALBERT WATSON

7 Dicembre 2018 da Bimbi

Un lungo racconto fotografico delle aspirazioni di quattro donne e del loro impegno per raggiungere i propri obiettivi, ognuna a inseguire sogni e passioni. È questo “Dreaming”, il Calendario Pirelli 2019 giunto alla sua quarantaseiesima edizione, scattato da Albert Watson ad aprile tra Miami e New York e presentato oggi a Milano presso Pirelli HangarBicocca.

Una sequenza di fotogrammi che narra le storie di personaggi interpretati da Gigi Hadid affiancata da Alexander Wang, Julia Garner, Misty Copeland con Calvin Royal III e Laetitia Casta insieme a Sergei Polunin. Quaranta scatti a colori e in bianco e nero in formato 16:9 ispirati dalla grande passione di Albert Watson per il cinema.

“Quando mi sono avvicinato a questo progetto – spiega Watson – volevo farlo in modo diverso dagli altri fotografi e mi sono chiesto quale fosse il modo migliore. Alla fine ho ricercato delle immagini che fossero qualitativamente pregevoli, avessero profondità e raccontassero delle storie. Volevo fare qualcosa di più che non semplicemente ritrarre delle persone, volevo far sembrare il tutto più simile a dei ‘fermi immagine’ cinematografici. Vorrei che le persone, guardando il Calendario, capissero che il mio obiettivo era fare pura fotografia, esplorare le donne che stavo fotografando e creare una situazione che proponesse una visione positiva delle donne di oggi”.

“Ciascuna delle quattro donne – prosegue – ha un’individualità a sé stante, un suo specifico scopo nella vita e un proprio modo di fare le cose. E tutte sono concentrate sul loro futuro. Quindi, il tema di fondo è quello dei ‘sogni’, ma l’idea alla base dell’intero progetto è il racconto attraverso quattro ‘piccoli film’”.

Gigi Hadid, separata da poco dal compagno, vive in solitudine in una torre di vetro e ha in Alexander Wang l’unico amico e confidente: “Penso ci sia un po’ di malinconia in queste immagini, volevo trasmettere la percezione di una donna che pensa al futuro, ma anche un senso di solitudine. La vediamo che pensa a dove andrà nella vita, a che cosa farà domani”.

Julia Garner interpreta una giovane fotografa, amante della natura e della solitudine. “Julia ha interpretato una fotografa botanica, che sogna di realizzare mostre di successo. Abbiamo scattato in un bellissimo giardino tropicale a Miami, che si è rivelato un posto perfetto per lavorare”.

Anche Misty Copeland, che nel Calendario ha come partner Calvin Royal III, guarda al futuro sognando di affermarsi nel mondo della danza: “La ricerca del successo è la sua forza trainante; si mantiene danzando in un locale, ma allo stesso tempo ha allestito un piccolo palcoscenico nel suo giardino dove si esercita a ballare per diventare un’étoile, a volte con il suo fidanzato”.

Laetitia Casta è una pittrice che vive in un monolocale-studio con il suo compagno, interpretato da Sergei Polunin. Entrambi sognano il successo: lei come artista, lui come ballerino. “La cosa interessante – racconta Watson – è che Laetitia, nel tempo libero della sua vita reale, si dedica alla scultura e crea oggetti d’arte. Una coincidenza favorevole che l’ha aiutata a entrare nel personaggio”.

Laetitia Casta e Sergei Polunin
Gigi Hadid
Julia Garner e Astrid Eika
Misty Copeland e Calvin Royal III

 

Sul sito www.pirellicalendar.com le storie
e i personaggi del Calendario Pirelli 2019 e gli oltre 50 anni di The Cal™

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Il rito del SAK YANT

10 Agosto 2018 da Bimbi

 

In lingua thai il termine SAK vuol dire tatuaggio è il termine YANT sta ad indicare tutto ciò che è sacro o magico. I SAK YANT sono quindi tatuaggi sacri. Il loro design ha origine in India più di 3000 anni fa e si è diffuso in Asia con l’espansione del buddismo. Inizialmente questi disegni erano dipinti all’interno delle giacche dei guerrieri, poi col tempo hanno preso posto sulla loro stessa pelle. Le scritte in esse contenute derivano dall’antico sanscrito e ogni simbolo ha una specifica funzione/significato. Se si vuole ricevere un Vero SAK YANT non ci si deve rivolgere ad un semplice negozio di tatuaggi ma ci si deve affidare a un Monaco tatuatore o a un Ajarn (maestro).  Solo loro infatti sono i depositari dell’Antica arte giunta a noi nel corso dei millenni.

L’ingresso del Tempio

La nostra avventura in questo mistico mondo è iniziata già dai primi mesi di quest’anno: consultando tutto ciò che il web mette a disposizione, così da arrivare consapevoli e informati dal nostro Ajarn. Quello da noi scelto ha il suo piccolo tempio sull’isola di Samui sul promontorio che divide Chaweng e Lamai. Pieno di statue, amuleti, incensi, all’interno del tempio ci si sente come a casa. Ajarn Panthep ci accoglie sorridente in compagnia della sua discepola Cat Cat Sam Sak.


Durante il nostro primo incontro si è tenuta una cordiale chiacchierata durante la quale il nostro Ajarn ha letto le nostre carte Natali secondo l’antico metodo birmano chiamato Mahabote. Questo gli ha permesso di individuare i SAK YANT più adatti alla nostra personalità e ai nostri bisogni.


Qui si registra la prima differenza rispetto a un normale Tattoo Shop dove è il cliente a scegliere il disegno. Il primo SAK YANT infatti non deve essere deciso dal cliente, ma dalla sensibilità dell’Ajarn stesso. Terminata la piacevole conversazione ci siamo dati appuntamento per il 7 di agosto.

Arrivato il mistico giorno ci siamo recati al tempio pieni di curiosità e rispetto.

La cerimonia è iniziata con la presentazione delle offerte e una serie infinita di preghiere. Abbiamo poi bruciato gli incensi per evocare la protezione del Buddha su di noi e sulle nostre famiglie. Questa prima parte di cerimonia si è conclusa ponendo su una graticola un foglio sul quale avevamo precedentemente scritto ciò che avremmo voluto ricevere dal magico tatuaggio.


Prima di iniziare il vero e proprio disegno, allo scopo di purificare i nostri corpi ci è stato fatto un piccolo tatuaggio invisibile con dell’olio sacro: a me sulla tibia sinistra, a mio marito sempre a sinistra, ma sulla coscia.


Per realizzare il tatuaggio l’Ajarn non utilizza le “classiche macchinette” ma utilizza l’antica tecnica dell’ago singolo montato su un asta di acciaio che ha preso il posto dell’ormai superato e poco igienico bamboo. Durante l’esecuzione mentre l’Ajarn recitava preghiere e soffiava sulla pelle con un caratteristico sibilo, noi siamo stai invitati a recitare il Mantra NA MO PU TA YA, ovvero i 5 nomi del Buddha. Terminata l’opera i disegni sono stati Benedetti applicandovi delle sottili lamine d’oro.

La cerimonia è poi proseguita con ulteriori preghiere e benedizioni. Altre foglie d’oro sono state applicate sulla fronte per favorire il retto pensiero, sulla lingua per invocare la retta parola e sulle mani per auspicare la retta azione.


Ajarn Panthep ci ha poi fatto dono di un talismano realizzato e benedetto dal suo maestro e di un Mala (Rosario Buddista).

La cerimonia è durata in tutto circa 6 ore al termine delle quali sulla mia schiena è comparso un magnifico Fiore di Loto contornato da preghiere in Sanscrito, il cui potere dovrebbe essere principalmente quello di donarmi equilibrio e lucidità di pensiero.

Sulla schiena di mio marito ha invece preso forma un HA TAEW. Questo disegno dovrebbe conferire a chi lo porta protezione, fortuna e successo.

ll dolore? Si… è stato sinceramente tanto. Tantissimo (la macchinetta in confronto fa solletico). Ma il mantra Na Mo Pu Ta Ya e la respirazione hanno aiutato a far vivere quel momento con molta più Calma e Pazienza (“virtù” che dovrebbero essere più applicate nella vita e che forse la cerimonia del SAK YANT vuole ricordarci).

Ultima cosa. Se mai doveste deciderlo di farlo, fatelo perché ci credete. Perché c’è qualcosa di profondo che vi spinge a farlo. Il SAK YANT non è di certo il tattoo che si fa perché va di moda.

Sadhu

Il mio tattoo terminato…

CURIOSITÀ:

  • Subito dopo aver fatto il SAK YANT (che non viene mai coperto), si può immediatamente andare a fare il bagno al mare/piscina senza nessun tipo problema.
  • Il dolore (a momenti quasi insopportabile che si sente durante l’esecuzione del “magico tattoo”) svanisce in un batter d’occhio nelle ore successive. Non vi sembrerà nemmeno di averlo. Si è incredibile… come incredibile è la “SAK YANT EXPERIENCE”.

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CHANEL INAUGURA A ROMA LA NUOVA BOUTIQUE FRAGRANCE & BEAUTY – FASHION

16 Luglio 2018 da Bimbi

Dopo Firenze, Venezia e Milano, lo scorso 30 giugno, CHANEL ha inaugurato a Roma la sua quarta Boutique italiana. Moda, Fragrance e Beauty, aprono le porte della storica Boutique di Via del Babuino. Due Universi perfettamente in accordo tra loro e due ingressi che svelano da un lato l’universo Beauty e dall’altro quello della moda. Le meravigliose creazioni CHANEL, disegnate dall’ecclettico Karl Lagerfeld, il Prêt à Porter, le borse e gli accessori vengono valorizzati grazie ai codici estetici della Maison, che reinterpreta in chiave moderna ogni spazio della Boutique. I contrasti dei colori iconici bianco e nero, le linee essenziali, l’utilizzo di materiali High Tech che bilanciano la proporzione degli spazi e della luce, creano un’ atmosfera unica e senza tempo.

L’universo Fragrance e Beauty, offre ai visitatori la possibilità di scoprire l’intero mondo CHANEL Parfum, Make Up e Soin.

Inoltre, come nelle altre 3 Boutique, Beauty Advisor, Expert Soin e Make Up Artist, saranno a totale disposizione delle clienti per offrire un’invidiabile consulenza personalizzata. Ma non è tutto: nella zona profumi, Fragrance Expert, guideranno le clienti ad un’incantevole percorso olfattivo, dedicato alle fragranze CHANEL e alla scoperta delle ultime creazioni di Oliver Polge.

Un vero e proprio Universo della bellezza, dove chiunque lo desideri può trovare una risposta personalizzata alle proprie esigenze.

Moda, Beauty e Relax… no, non è un sogno… è “semplicemente” CHANEL ♥


CHANEL

 

 

 

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