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FIDENZA VILLAGE – MODA, SPORT… ARTE E MOLTO ALTRO ANCORA

1 Marzo 2018 da Bimbi

In auto, in treno o con il pullman (da Milano) “Shopping Express”! Fidenza Village è davvero facile  e comodo da raggiungere. Collocato a circa un’ora da Milano e Bologna, Fidenza Village è diventato ormai da diverso tempo un vero e proprio luogo “Must” per tutti gli appassionati di moda e per tutti coloro che cercano una “Shopping Experience” davvero unica e indimenticabile. Tanti e diversi i super brand italiani e internazionali che si possono trovare a prezzi ridotti nell’esclusivo “Villaggio Fashion”. Ormai la moda si è (fortunatamente) estesa in larga misura anche nel mondo dello sport. Mantenersi in forma senza rinunciare a stile e qualità è ormai cosa praticamente ovvia. Per questo Fidenza Village ha voluto dedicare una speciale Shopping Experience “tutta dedicata al mondo dello sport”. Si chiama #SportPerformance l’iniziativa dedicata al mondo dello Sport che durerà fino al 4 marzo, alla quale sono stata invitata a partecipare lo scorso 27 febbraio.

New Balance, Salomon e Asics sono alcuni dei top brand sportivi che aderiscono a questa imperdibile “promozione”. Durante la giornata ho avuto modo di scoprire i nuovi favolosi servizi offerti da Fidenza Village… come ad esempio il caloroso spazio dedicato all’accoglienza “The Concierge” o il servizio di “Hands Free Shopping” che consente di dedicarsi a mani libere e in totale relax ai propri acquisti.

Un graditissimo pranzetto ad Hoc super healthy presso la conosciutissima catena Ca’Puccino prima del “secondo round” alla ricerca del perfetto outfit sportivo. Amante dell’arte e dell’Asia, non ho potuto fare a meno di ammirare e apprezzare le diverse installazioni artistiche dedicate al Capodanno Cinese. “Love The Dog Art” celebra attraverso 50 differenti statue (decorate da alcuni degli studenti cinesi dello IED di Como), il segno zodiacale del cane per il 2018.

Il clima tutt’altro che mite non ha minimamente frenato curiosità, entusiasmo e spensieratezza.
Davvero impossibile non immortalare la neo boutique di Prada.
Una luce magica e suggestiva, ha incorniciato in maniera del tutto inaspettata l’ultima foto scattata al Fidenza Village… Sarà mica stato “Il Diavolo che veste Prada” a regalarmi un’atmosfera così? Secondo me si… Bè in ogni caso è stato un saluto che mi ha lasciato senza ombra di dubbio il segno ;-)Ù

♥ ♥ ♥

⇒ Sabato 3 e domenica 4 marzo ulteriori riduzioni del 20% sulla collezione Primavera/Estate nelle boutique Sport partecipanti – ASICS, COLUMBIA, K-WAY, NAPAPIRJI, NEW BALANCE, SUN FASHION LAB, TIMBERLAND. Per l’occasione offriamo gratuitamente il viaggio a bordo dello Shopping Express®: occorre inserire il codice promozionale FVSPORT  DA QUESTO LINK  🙂

FIDENZA VILLAGE

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I GIOIELLI DISEGNATI DA GIANFRANCO FERRÈ ESPOSTI A TORINO

22 Settembre 2017 da Bimbi

Presentata lo scorso 15 settembre, presso la Fondazione Gianfranco Ferrè di Milano, la mostra Gianfranco Ferrè. Sotto un’altra luce: gioielli e ornamenti. Pensata e prodotta insieme alla Fondazione Torino Musei, la mostra sarà visitabile a partire dal 12 ottobre a Torino presso la Sala del Senato di Palazzo Madama, fino al 19 febbraio 2018.

Esposti duecento oggetti-gioiello disegnati dallo stilista milanese per le collezioni della sua maison che hanno sfilato dal 1980 al 2007 (anno della sua scomparsa). In mostra anche alcune delle sue creazioni più rappresentative, quelle in cui il gioiello assurge a componente costituente dell’abito (significativo, a tal proposito, è l’esordio di Ferrè nel mondo della moda dopo la laurea al Politecnico di Milano come disegnatore di gioielli).

Per Ferrè, infatti, il gioiello non è unicamente l’accessorio o il giusto completamento dell’abbigliamento di una donna, ma è proprio l’elemento sostanziale e qualificante dell’abito, la sua vera e propria anima («[…] spesso il gioiello è completamento del capo e suo accessorio, qualche volta persino necessario, è un dettaglio d’effetto; in alcuni casi, invece, è proprio la materia-gioiello a inventare e costituire l’abito, diventandone sostanza e anima», G. Ferrè).

Il bijoux, dunque, rientra in quell’idea di progettualità perseguita dallo stilista milanese, dove ogni componente della “mise” partecipa ad un tutto osmotico e non ad una giustapposizione di parti. Il gioiello non è creato per abbellire e arricchire un abito, ma entrambi sono frutto di un’idea e concorrono alla sua realizzazione.

Ferrè concepiva le proprie creazioni come delle vere e proprie “strutture da indossare”, a volte articolate in una complessità di volumi di chiara ascendenza progettuale. Tuttavia, ciò che determinava tale complessità era sempre l’esigenza di enfatizzare l’armonia delle forme femminili e, non ultimo, di riflettere il carattere e la rappresentazione di ciò che la donna vuole essere. Tutto questo non poteva prescindere da una varietà di idee concettuali che infondeva nei suoi abiti. Anche il gioiello rientrava a pieno titolo in questo processo creativo: nel contesto dell’ “abito- struttura” il bijoux rappresenta per Ferrè la vera “chiave di volta” di molte delle sue creazioni. Si pensi solo alla funzione delle cinture – elementi funzionali con cui Ferrè metteva in evidenza il punto vita – a volte arricchite da “punti” gioiello (come in uno splendido completo bianco presentato nella collezione primavera/estate 1982, in cui ad un audace scollo a “V” rispondevano, come in un eco, due gioielli a forma di piramide capovolta appuntati sul lato destro di una cintura “ton sur tone”), altre volte veri e propri gioielli.

Questo giustifica oltretutto la varietà di forme e stilemi scelti di volta in volta dallo stilista peri suoi gioielli: si va da barocchismi opulenti e sontuosi eclettismi, passando per forme vagamente liberty o déco, fino a minimalismi che lambiscono il tribale. Ferrè attingeva al ricco catalogo della tradizione, che sottoponeva a fantasiose rielaborazioni, alla ricerca di quella forma plastica più adatta all’idea concettuale di donna che voleva di volta in volta rappresentare. Medesima cosa si può dire a proposito della costante ricerca dei materiali – pietre, metalli, smalti, conchiglie, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche, cristalli di Swarovski, cuoio, rame, ecc. – la cui attenzione non era minore di quella dedicata ai tessuti.

«Nel mio processo di elaborazione creativa, anche quando è applicato all’oggetto-gioiello, si manifesta una grande passione per la ricerca. E’ nella mia natura partire dalla preziosità autentica, dall’appeal senza tempo insito nel riverbero dei metalli nobili, nei riflessi incantati delle pietre dure, nei bagliori magici del cristallo più puro. E’ una dichiarazione d’amore, fedele e mai dimenticata, per tutto ciò che è scritto nel DNA del lusso autentico. A questo si affianca il gusto, in me ugualmente innato, per la sperimentazione che si esprime, per esempio, nella reinterpretazione di materie ‘povere’, storicamente estranee alla cultura del gioiello, come la paglia, la rafia, il legno, il cuoio, la rete. Oppure dei materiali figli della cultura industriale, come l’intera gamma dei metalli – dal ferro da fonderia, al rame, al bronzo – o il plexiglas, la resina, o ancora la pasta di vetro. Materie, che per me sono fondamentali per conferire al lusso una connotazione nuova, più articolata e fluida, più sfumata, più ricca e stimolante» (G. Ferrè).

Domenico Raimondi Lo Presti

♥ ♥ ♥

 

 

 

 

 

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GIANFRANCO FERRÉ – UN RACCONTO NEI DISEGNI

26 Maggio 2017 da Bimbi

Lo stile unico di Ferré in mostra a Cremona

Lo ricordiamo tutti come “l’architetto della moda”, anche se a lui, Gianfranco Ferré (1944-2007), quell’appellativo stava stretto. Nonostante la sua formazione accademica infatti – si era laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1969 – Ferré non amava essere definito in questo modo: «la definizione di “architetto della moda”, che, confesso, qualche volta mi va un po’ stretta perché mi insegue dall’inizio della mia carriera e soprattutto perché sottolinea maggiormente l’aspetto logico-razionale del mio lavoro, adombrandone invece la componente di passione, di fascinazione e di incanto, indispensabile per completare la determinazione progettuale».

 

Eppure, come dimenticare quegli abiti dalla progettualità perfetta: invenzioni sartoriali che, pur non mancando di riflettere la fantasia e la vivacità creativa dello stilista, lasciavano comunque affiorare un accurato lavoro di analisi e di studio del corpo femminile, insieme ad una attenta ricerca di materiali, forme e colori che al quel corpo dovevano adattarsi. Creazioni che erano ‘macchine’ perfette, adatte ad enfatizzare in maniera superba le spalle, il punto seno e il punto vita delle modelle che sfilavano nelle fulgide passarelle milanesi – erano gli anni operosi di Gianni Versace, per citare uno dei colleghi più illustri dello stilista – per la sua maison e per la casa di moda francese Christian Dior (di cui Ferré assunse la direzione artistica dal 1989 fino alla sua scomparsa)

 

Documenti preziosi, testimoni del suo modus operandi, sono i disegni a cui Ferré affidava la sua inventiva e il suo estro. Schizzi e studi che, a volte accurati, altre volte veloci e con tratti stilizzati, sono testimonianze salienti dello stile unico di Ferré: le mannequin tracciate con insuperabile sicurezza con pennarelli colorati su fogli di cartoncino, non solo dovevano rilasciare l’idea fattuale del capo così come doveva essere realizzato – affinché il disegno rilasciasse una idea precisa della creazione lo stilista spesso non rinunciava ad applicare sulla carta campioni di tessuto o di altri materiali come se fossero dei meticolosi collage – ma, attraverso il movimento delle figure, esprimevano e suggerivano uno stile che era indicazione chiara e precisa di attitude.
 
Occasione imperdibile per ammirare i disegni che Ferré ha realizzato durante tutta la sua carriera è la mostra Gianfranco Ferré. Moda: un racconto nei disegni, inaugurata lo scorso 21 aprile presso il Centro Culturale Santa Maria della Pietà di Cremona (fino al 18 giugno 2017). L’esposizione, curata da Rita Airaghi, direttrice della Fondazione Gianfranco Ferré e organizzata dal Comune di Cremona, espone circa cento tra schizzi e disegni realizzati dallo stilista, insieme ad alcuni capi che sono esempio chiaro della trasposizione fattuale del disegno nel prodotto sartoriale.
Domenico Lo Presti Raimondi
 
Gianfranco Ferré. Moda: un racconto nei disegni
Centro Culturale Santa Maria Della Pietà, Piazza Giovanni XXIII, Cremona
dal 21 aprile al 18 giugno 2017 dal martedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00; sabato e domenica dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle ore 14:00 alle ore 18:00 ingresso libero per info: tel. 02 36580109 Fondazione Gianfranco Ferré; tel. 0372 407230 Comune di Cremona

 

 

 

 

 

 

 

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HAVAIANAS PRESENTA IL NUOVO PROGETTO “RITRATTI DEL BRASILE”

29 Marzo 2017 da Bimbi

Quando arte e moda si fondono insieme, il risultato non può essere che unico, meraviglioso e assolutamente trendy! Si chiama Ritratti del Brasile la nuova collaborazione, a tutto colore nata tra l’artista brasiliano, anzi il “pittore furfante” (come lui stesso ama definirsi) Ricardo Negro e le leggendarie e iconiche flip flop in gomma Havaianas
L’allegrissima capsule collection è caratterizzata da stampe che ritraggono la realtà di migliaia di residenti di varie comunità sparpagliate per il Brasile. Una visione inedita, spensierata e colorata, sulla realtà di quei luoghi; luoghi non sempre proprio sereni e gioiosi. Le tre stampe (prese in prestito da alcuni quadri dell’artista) rappresentate ne ” I ritratti del Brasile” raffigurano lo scenario reale delle Favelas; comunità situate all’estremità meridionale di San Paolo, dove è cresciuto, ha vissuto e vive tutt’oggi Riccardo Negro.
Questa è la prima edizione di questo nuovo progetto e  promette già di essere un altro grande successo della collezione 2017 di Havaianas!

Ricardo Negro Laureato in arti visive, ha esplorato diversi temi nella sua produzione artistica e oggi si concentra sullo studio e la rappresentazione delle comunità povere e delle bfavelas brasiliane. Ha insegnato arte presso le scuole locali nelle regioni di Grajaú, Parelheiros e Capela do Socorro, oltre ad essere stato scelto per realizzare dei grandi murales per due delle scuole in cui insegnava.
Rappresentato dalla Robert Britto Gallery, l’’artista ha preso parte a molti eventi sia in Brasile che all’’ estero ed è stato scelto per inaugurare il progetto “Ritratti del Brasile” di Havaianas.

HAVAIANAS

 

 

 

 

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Antonio Marras alla Triennale

14 Gennaio 2017 da Bimbi

I criteri di contaminazione che regolano i modi attraverso cui l’arte contamina la moda osservano due inequivocabili direttrici. La prima, più consueta, suggerisce allo stylist di derivare dall’arte motivi, colori e figure – le pennellate impressioniste di Monet, i colori squillanti della Pop Art, le figure pseudo tribali di Keith Haring, etc. – che, applicati sui tessuti, hanno il fine di omaggiare un celebre artista richiamandone l’opera oppure dichiarare il proprio compiacimento verso il mondo figurativo di un pittore; la seconda direttrice, più rara benché più interessante, intende la creazione di moda come realizzazione artistica essa stessa, un prodotto particolare della cultura e della formazione intellettuale del creativo (in questo caso, infatti, l’uso del sostantivo ‘stilista’ risulta essere riduttivo se non addirittura inappropriato).

Quando, a metà degli anni Novanta, Antonio Marras (Alghero, 1961) fece il suo ingresso nel mondo della moda, ci si rese subito conto della sua eccezionalità nel panorama dei couturies. La materialità – avvertita come fusione indissolubile di materie prime e artigianalità – e le chiare ascendenze territoriali – quelle della sua Sardegna – delle sue creazioni, sposate ad una poesia di forme moderne quanto innovative, fecero conoscere una personalità dalle forti connotazioni intellettuali. La sua attività di creatore di moda, infatti, è sempre proceduta con quella artistica, fondendosi entrambe in una forma espressiva in cui moda e arte erano espressione del talento e dell’originalità di un artista tout court.

Rimangono ancora pochi giorni (fino al 21 gennaio) per ammirare l’ingegno molteplice di Antonio Marras, a cui la Triennale di Milano dedica una mostra. Sono esposti disegni, dipinti e installazioni che l’artista/stilista sardo ha realizzato negli ultimi vent’anni o che sono stati creati appositamente per la mostra milanese. Una occasione davvero unica per comprendere appieno il percorso creativo di Marras: « (Che cosa mi tiene così legato al mondo dell’arte?) L’arte per me è una passione, e come tale va coltivata. Mi informo, la cerco e vi dedico tutto il tempo che posso. Se una mostra, una performance o uno spettacolo mi interessano, nulla mi frena e rinuncio a tutto pur di non perdermeli. Per chiunque faccia il mio mestiere l’arte è una molla potentissima e una grande fonte di ispirazione, e io sono sempre affamato di immagini e di suggestioni» (intervista di PlayBoy ad Antonio Marras del 02/08/2010).

Domenico Lo Presti Raimondi

Antonio Marras:
Nulla dies sine linea
Vita, diari e appunti di un uomo irrequieto
dal 22 ottobre 2016 al 21 gennaio 2017,
Palazzo della Triennale, via Alemagna 6, Milano
da martedì a domenica (lunedì chiuso), dalle h. 10:30 alle h. 20:30
Per info tel. 02.724341

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