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IL MIO SALUTO AD ELIO FIORUCCI COSI’ : L’INEDITA INTERVISTA PER I MILANESI SIAMO NOI SU NANOPRESS.IT

20 Luglio 2015 da Bimbi

Un Elio Fiorucci a 360 gradi quello dell’inedita intervista video rilasciata poche settimane fa al giornalista Andrea Scarpa e da domani online su nanopress.it, parte del progetto editoriale iMILANESIsiamoNOIonline dal 15 settembre, dove lo stilista si racconta dagli inizi professionali nella sua Milano, al grande successo internazionale, passando attraverso i grandi incontri con i protagonisti della moda, della cultura, dello spettacolo internazionale.

“Madonna era una ragazza straordinaria. Io l’ho conosciuta ancora prima che diventasse famosa. Ha liberato le ragazze dalla paura del sesso, dalla paura dell’amore, dalla paura di decidere per sé e ha vinto perché aveva dei valori. Se non avesse avuto dei valori, infatti, la gente non l’avrebbe accettata, ma lei ha detto delle cose sacrosante. Per me Madonna è quasi una Santa” .E ancora,  se da una parte  portava Keith Haring, “ che aveva  dipinto tutto il nostro negozio”,  alla discoteca  Plastic di Milano (“una grande istituzione  a Milano”),  facendogli conoscere “Nicola, un ragazzo geniale, l’anima creativa del Plastic… sono diventati amici prima e fidanzati poi”, Elio Fiorucci interviene in modo deciso sulla questione della paternità per le coppie gay e sulla polemica fra Dolce & Gabbana ed Elton John: “Ho sempre trovato mostruoso che si possa affittare l’utero di una donna per poi portarle via il bambino, che peraltro non saprà mai chi è sua mamma, per una forma di egoismo affettivo che però fa un danno enorme sia alla mamma, sia ai bambini che si chiederanno sempre di chi sono figli. Per questo sono con Dolce & Gabbana: prima di tutto li stimo moltissimo umanamente e professionalmente, perché sono delle persone geniali, e hanno fatto benissimo a segnalare che, se vuoi un bambino, lo adotti prima di tutto, e questa è una cosa meravigliosa, perché chi è ricco può anche permettersi di adottare non uno ma dieci bambini, andarli a trovare, coccolarli, fargli dei regali, preparargli una bella vita. Perché uno deve dire questo è mio figlio perché viene dal mio seme però l’ho rubato alla mamma? Mi sembra veramente una roba oscena. Oscena è proprio la parola giusta”.

E sul famoso cantante britannico, ha dichiarato: “Elton John ha fatto delle musiche commoventi, ma, se poi non si ha questa minima sensibilità, a me fa paura”.

 

Ciao Elio… <3

fiorucci

Photo ANDREA COLZANI

 

 

 

 

 

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NATSUKO TOYOFUKU

11 Ottobre 2014 da Bimbi

Qualche settimana in un atelier di Milano pieno di positività, di luce e di pace, ho incontrato, conosciuto e intervistato un’Artista … una vera Artista. Di quelle veramente rare. Nata e vissuta per qualche anno in Giappone, Natsuko Toyofuku, mi ha immediatamente colpita. Quando si dice il colpo di fulmine! Lei, il suo modo così zen di parlare, muoversi… la sua bellissima energia. Grazia, leggerezza, delicatezza estrema sensibilità; il suo essere così innamorata della natura e della bellezza della vita. Questa sua personalità così tanto orientale, rispecchia perfettamente le sue favolose creazioni; gioielli-sculture, pezzi ricchi di fantasia, passione, amore. Gli esordi di Natsuko  nel campo del gioiello, risalgono agli anni ’80, quando inizia a conoscere così per gioco la plasticità di alcuni materiali “non preziosi” come il bronzo, il rame e l’argento. Materiali che tutt’ora continua ad utilizzare e che elegantemente accosta a vetro, pietre dure, corallo e smalti colorati.

Questa la mia intervista a Natsuko… una persona veramente speciale, unica nel suo genere e molto molto  ironica !

 

È esatto definire i suoi gioielli come elegantissime e leggerissime sculture zen senza età e “fuori dalle mode”?

Grazie per le elegantissime! Sicuramente è nel mio intento cercare di inventare delle forme non legate strettamente alle mode. Io stessa trovo modernissime ed attuali certi gioielli di artisti moderni (Lucio Fontana, Capogrossi tra quelli italiani). Senza volermi paragonare a questi maestri, certamente il mio desiderio è quello di avvicinarmi a loro.

Gioielli unici e di grande design, realizzati con materiali “comuni”, come  bronzo, argento, legno e pietre di vario genere. Secondo lei non è quindi necessario utilizzare materiali preziosi  per realizzare oggetti e gioielli “di un certo valore e di un certo prestigio”?

Per me che ricerco le forme e linee il materiale non ne determina la preziosità,anzi il fatto di usare questi “materiali poveri” è parte della sperimentazione. Userei anche il ferro , l’alluminio e, perché no, anche la carta, come fanno già alcune mie colleghe.

Il suo è un lavoro prevalentemente di ricerca.  Esistono dei “luoghi preferiti”, nei quali ama scovare le sue favolose pietre?

Spesso sono le pietre che mi “chiamano”. Quando vado a cercarle dai miei fornitori ne rimango affascinata; soprattutto da certi quarzi  con strane inclusioni (lodoliti, tormalinati, rutilati ).  Di solito le pietre che uso arrivano da paesi lontani, come il Brasile o dall’Africa e mi vengono proposte da persone che amano il loro mestiere e ne parlano con un alone di mistero.

Il Giappone è la sua terra di origine. Vive in Italia ormai da tantissimi anni. Nei suoi gioielli ci sono chiare ed evidenti influenze zen. Cosa c’è invece di europeo-italiano o di milanese?

Non posso negare il mio DNA giapponese e quindi l’influenza culturale che ne deriva, ma essere cresciuta in Italia e in particolare a Milano, la città del design per eccellenza, mi ha resa più aperta e ibrida. Insomma sono un bel fritto misto o minestrone, a seconda dei gusti. A proposito di gusti, quello italiano è inconfondibile nel mondo. Gli artigiani stessi che lavorano con me hanno un gusto che in altri paesi forse non si trova.

Il suo atelier milanese è uno spazio-salotto di assoluta pace e tranquillità. Questo è quello che ho immediatamente avvertito e sentito appena sono entrata. Quanto c’è della sua anima nel suo atelier?

Mi fa piacere che abbia avvertito queste sensazioni. Ognuno di noi ha delle inquietudini, ma cerco comunque di creare un’atmosfera che aiuti me e la mia collaboratrice a lavorare ma anche le persone che vengono a dare un’occhiata a scegliere! Per chi non avesse tempo di fare un salto nel nostro atelier per respirare quest’aria, può comunque dare un occhio al nostro sito www.natsukotoyofuku.com

Le piacerebbe vedere indossare i suoi gioielli a qualche celebrity? Se sì, a chi in particolare?

Vedere i miei gioielli dalle celebrity farebbe certamente bene al mio narcisismo e ne sarei comunque contenta. Ma se devo essere sincera le persone che mi danno più soddisfazione sono i miei colleghi. A volte, quando tra noi c’è stima, io propongo dei baratti e quando vedo il sorriso sulle loro labbra, ecco ne sono proprio felice, perché loro sono i  “clienti”più difficili.

C’è un gioiello che le piacerebbe realizzare che non ha mai realizzato finora?

Mi piacerebbe continuare a portare avanti il progetto delle fibbie per le cinture che trovo siano molto intriganti. Ma per me che amo le borse sogno di realizzare anche qualche chiusura da borsa.

Tre aggettivi per definire le favolose opere scultoree  di Natsuko Toyofuku.

E’ un po’ imbarazzante ma ci provo: personali ma anche organiche e materiche.

www.natsukotoyofuku.com

Archiviato in:Interview Contrassegnato con: bijoux, gioielli, Natsuko toyofuku

SPORT E CORRETTA ALIMENTAZIONE, IL PARERE DEL DOTT. ALBERTO DOLCI

16 Giugno 2014 da Bimbi

Lo scorso 16 marzo in occasione della partita Milan-Parma grazie a Nutrilite, da qualche anno tra gli sponsor ufficiali della squadra rossonera, oltre che visitare e vivere il dietro le quinte della squadra ho avuto modo di approfondire con il Dott. Alberto Dolci (*)il tanto amato ma nello stesso tempo temuto argomento “sport e sana alimentazione”. E’ stata davvero una piacevole e interessante  chiaccherata, che si è poi trasformata in un’intervista dai toni leggeri, frizzanti e assolutamente curiosi. Direi che non ci poteva  essere  periodo migliore di questo per pubblicarla.  La prova costume si avvicina e chissà che magari qualcuna di voi potrebbe prendere spunti da mettere subito in atto.  Di certo in poco tempo non si possono fare i miracoli; le regole fondamentali per un corretto e sano stile di vita rimangono sempre e comunque la costanza e le buone abitudini alimentari. Un giusto equilibrio, senza mai esagerare. Il cibo è vita è energia;  sana alimentazione non vuol dire evitare o eliminare il cibo, ma vuol dire semplicemente “andarci d’accordo”, evitando le esagerazioni/limitazioni. Il troppo sia da una parte che dall’altra non fa mai bene e non è sicuramente salutare.

(*) è collaboratore del Milan per la pianificazione, l’esecuzione e l’interpretazione degli esami ematochimici dei campioni rossoneri, attualmente supporta  lo staff medico di MilanLab

 

Cosa si intende esattamente per “alimentazione sana” ?

Il concetto di alimentazione sana ovviamente è molto ampio e richiederebbe una risposta articolata così lunga e complessa da risultare perfino noiosa. Cerchiamo quindi di semplificarlo al massimo. Credo che il primo requisito di un’alimentazione sana sia la consapevolezza di quello che si mangia oltre che di quanto si mangia. In questo senso mi sento di indicare 5 errori principali che una persona può commettere:

MANGIARE TROPPO

MANGIARE TROPPO POCO

MANGIARE TROPPO POCO VARIATO

MANGIARE SEMPRE (PER NOIA)

MANGIARE CIBI INADEGUATI

…e ci tengo a sottolineare che a questi atteggiamenti distorti verso l’alimentazione sono particolarmente esposti gli adolescenti e i giovani, con il risultato finale che si rischia di trascinare questi errori per tutta la vita. Quindi il consiglio per una alimentazione sana è quello di essere sempre consapevoli di quello che si mangia, non arrivare mai a mettere in bocca qualcosa senza rendersene veramente conto o non sapere quanto si è mangiato. Quando interrogando qualsiasi persona sulle sue abitudini alimentari mi accorgo che è in grado di riferire esattamente cosa mangia, perché ha scelto certi cibi, quando mangia tanto lo sa perfettamente, ecco sono sicuro che su questa persona sarà possibile lavorare con profitto sul piano alimentare. In caso contrario, invece, è in genere molto più complicato arrivare ad un’alimentazione davvero sana per chiunque. Andando più sul pratico, credo che un requisito fondamentale verso un’alimentazione sana sia l’equilibrio, che significa mangiare sempre un po’ di tutto, senza avere paura di nessun alimento (non è forse risaputo che un bicchiere di vino al giorno fa bene? Certo una bottiglia ad ogni pasto, magari con un grappino di fine pasto, invece fa male, molto male) ma componendo un quadro variegato sul quale magari ci soffermeremo nel prosieguo della nostra chiacchierata. Con un consiglio finale molto semplice ma molto efficace: se davvero imparassimo a mangiare quando abbiamo fame, cioè il nostro organismo ci segnala che è il caso di mangiare qualcosa, e fossimo anche in grado di smettere di mangiare non appena ci siamo saziati, ecco sono sicuro che la maggior parte dei problemi di sovrappeso sarebbero facilmente superati. E questo consiglio non è così banale come sembra perché ad esempio non vale per la sete e per l’assunzione di acqua, perché (sportivi attenti!) in questo caso è necessario bere sempre e ben prima di avere sete.

Trova più divertente e stimolante lavorare con famosi calciatori – o cmq sportivi- oppure con “gente comune” ?

Diciamo che la lavorare con atleti d’alto livello come i calciatori professionisti è molto stimolante per una serie di motivi. Per loro l’alimentazione è tutto (vedasi l’autobiografia di Nole Djokovic recentemente pubblicata dove afferma esplicitamente che imparare a mangiare l’ha reso un campione da ottimo tennista quale era; NdR che si può riprendere nel testo) ed è impossibile esprimersi a livelli d’eccellenza senza osservare delle precise e rigorose regole alimentari in genere ritagliate su misura per ciascuno di loro. Inoltre, tanto per riallacciarmi a quanto detto prima, la stragrande maggioranza di loro ha piena consapevolezza di quello che mangia, anche se a volte segue diete molto personali e anche un po’ bizzarre, ed è pronto ad ascoltare il nutrizionista della squadra con molto interesse. Infatti i calciatori non modificano la propria dieta se prima non hanno ben realizzano quali vantaggi derivano da questi cambiamenti e dall’assunzione di particolari cibi.

Quanto incide una sana ed equilibrata alimentazione sul nostro stile di vita ?

Credo di poter affermare che l’approccio all’alimentazione riflette molto lo stile di vita più che incidere. Intendo che il soggetto superindaffarato e sempre di corsa dedicherà ai pasti pochi minuti (sbagliando), ma magari una certa attenzione, anche se in pochi minuti è difficile gestire correttamente un pasto; il soggetto disordinato probabilmente mangerà disordinatamente e quello metodico sarà più attento e più rigoroso su come e quanto mangia e dedicherà più tempo a questa attività. Non a caso il ben noto movimento Slow Food, nato proprio per generare consapevolezza sull’alimentazione, è diventato un vero e proprio motore di un filosofia di vivere Slow che ha contagiato molti ambiti delle nostra società. Da questa vicenda davvero emblematica si impara che con un approccio attento e accurato all’alimentazione si può davvero incidere nel nostro stile di vita….

Qual è la maggiore difficoltà del suo lavoro?

Paradossalmente è quella di convincere i calciatori a concedersi qualche divagazione gastronomica… Può sembrare curioso, ma molti di loro, soprattutto i più esperti hanno maturato negli anni una propria dieta, sempre impeccabile dal punto di vista nutrizionale, basata su pochi cibi dei quali sono sicuri dell’efficacia nutrizionale e ai quali quindi si affidano senza problemi. Se dopo aver giocato di sabato, la domenica al centro tecnico dopo l’allenamento leggerissimo del post-partita, si propongono piatti più gustosi e finalmente diversi da quelli più frequentemente proposti (anche perchè spesso sono ospiti le famiglie, bambini compresi dei calciatori, almeno al Milan), ad esempio si prepara una bella pasta alla carbonara, beh… l’effetto sugli atleti è quasi di perplessità verso questa “trasgressione” alimentare anziché di gratitudine per avere proposto qualcosa di nuovo e di più appetitoso. Ma, come detto sopra, non bisogna avere paura di nessun alimento se preso nelle giuste proporzioni.

Usa i prodotti Nutrilite da tempo, ci può consigliare qualcosa di specifico da prendere in questa stagione!?

Diciamo che di base la stagione estiva non necessita di particolari supplementazione, se non l’acqua per la quale però non è necessario ricorrere a supplementi specifici, a meno che non si svolga attività sportiva agonistica o amatoriale, ma intensa, nel qual caso una bevanda isotonica è essenziale per rifondere i sali eliminati con la sudorazione e quindi l’eccellente Strive Plus di Nutrilite è consigliatissimo. Altrimenti d’estate la natura ci fornisce molti supporti, con frutta e verdura di tutti i tipi in grande quantità, da consumare in maniera variata almeno 5 volte al giorno. In questo modo vitamine e fitonutrienti sono assunti dall’organismo in buona quantità e in modo del tutto biologico con l’alimentazione. Anche il sole fa la sua parte trasformando il precursore della vitamina D in molecola attiva. Quindi prendere un po’ di sole anche se con l’avvertenza di proteggersi con creme solari ad alta protezione. L’estate però è anche la stagione della vita all’aria aperta e dell’attività fisica, per cui attenzione a supplementarsi con gli antiossidanti e le vitamine che lo sport richiede in grande quantità

Si sa che i dolci , in particolar modo lo zucchero bianco, sarebbero da evitare -o quasi-, ma c’è un dolce “sano” che possiamo prendere senza avere quei soliti e noiosi “sensi di colpa”?…

La domanda mi piace molto perché mi permette di introdurre una questione fondamentale. Per ogni nutriente, compresi i tanto vituperati zuccheri semplici, è sempre possibile ottenere una versione “sana”. Come si fa? Semplice, bisogna prepararselo da soli avendo cura di selezionare gli ingredienti. Voglio dire che tra una torta preparata in casa con ingredienti selezionati (farina biologica, uova fresche magari del contadino, marmellata fatta in casa e così via) e la classica merendina acquistata al supermercato c’è una differenza abissale, anche se alla fine magari si è comunque consumato una fetta di crostata più o meno dello stesso peso. Ci tengo a dire che per i bambini/ragazzi che fanno sport anche l’integratore liquido può essere preparato in casa aggiungendo a 500 mL di acqua 2 cucchiaini di fruttosio senza bisogno di investire fortune in drink preconfezionati utili solo quando l’intensità o la durata dello sport diventano importanti. Fra l’altro studi recenti hanno dimostrato che negli sport di precisione, come la scherma o il tiro con l’arco acqua e fruttosio funzionano meglio di qualsiasi integratore più complesso.

Si parla tanto del buonissimo e segretissimo gelato che viene preparato ogni giorno appositamente per i calciatori…  può svelarci qualcosa? …

Qualcosa sì, la ricetta no, è segretissima! Comunque come è facilmente intuibile è un gelato prodotto fresco dai nostri cuochi, ogni giorno, a partire da ingredienti accuratamente selezionati, a cominciare dal latte biologico, ingredienti che lo rendono unico al gusto a anche adeguato dal punto di vista nutrizionale.

Quali sono i cibi o gli alimenti da evitare assolutamente e quali sono invece quelli da assumere quotidianamente ?

Rispondere a questa domanda è piuttosto facile se si chiarisce bene il concetto di cibo-spazzatura (il famoso junk-food degli autori americani) che è ovviamente quello da evitare. Cos’è il cibo-spazzatura? Tecnicamente è il cibo che ha subito una serie di processi di lavorazione (in linguaggio tecnico raffinazione) che lo hanno impoverito della maggior parte delle sue qualità nutrizionali aggiungendovi invece diverse sostanze chimiche necessarie per la conservazione del prodotto per lungo tempo che rappresentano però delle vere minacce per la nostra salute. Io raccomando sempre a tutti di leggere attentamente le etichette dei prodotti e se trovano almeno 3 parole di sostanze che non conoscono, cambiare prodotto. Questo dovrebbe essere uno dei più importanti insegnamenti di educazione alimentare che un genitore dovrebbe impartire ai suoi figli. Per quanto riguarda i cibi sani, ovviamente, spazio a tutti i cibi genuini, biologici (ma veramente biologici, come la frutta raccolta dagli alberi) e prodotti vicino a casa. Tra questi frutta e verdura sempre, specie per gli spuntini, anche spremuta o centrifugata, ma senza dimenticarsi il giusto apporto di proteine e di carboidrati.

Quanto è importante svolgere una regolare attività fisica?

Svolgere una regolare attività fisica è fondamentale per diverse ragioni. Innanzitutto attiva il metabolismo cellulare e permette quindi di armonizzare il ciclo: assunzione di cibo, produzione di energia, consumo dell’energia prodotta, sensazione di fame, nuova assunzione di cibo. È questa la ragione per cui non è pensabile di ridurre il proprio peso solo riducendo il numero di calorie senza svolgere attività fisica. Inoltre il beneficio dell’attività fisica è stato dimostrato da numerosi studi, compresi alcuni che hanno dimostrato che l’esercizio fisico allunga i telomeri che sono le estremità del DNA. In pratica quando i telomeri sono del tutto consumati la cellula muore, per cui allungarli significa allungare la vita delle nostre cellule e quindi migliorare la nostra longevità.

 

Archiviato in:Interview, Sport Contrassegnato con: alimentazione, Amway, Nutrilite

INTERVISTA A MARGHERITA VAGHI…LABOLSINA

13 Giugno 2014 da Bimbi

Si chiama Margherita Vaghi l’ingegnosa e talentuosa designer creatrice del brand Labolsina; le borse 100% made in Italy very limited edition, realizzate con i rimanenti tessuti un tempo destinati per l’arredo di  hotel di lusso non più in produzione. Preziose, uniche e decisamente originali queste incredibili creazioni mi hanno immediatamente colpita e piacevolmente impressionata.  Per questo motivo ho pensato fosse carino approfondire un po’ di più l’argomento, facendo qualche domandina proprio a lei: Margherita. Purtroppo non ho ancora avuto modo di conoscerla personalmente; fare i complimenti vis a vis ad una persona così creativa e decisamente all’avanguardia, sarebbe per me assolutamente stimolante ed emozionante. Labolsina… once for hotels now for bags

Her name is Margherita Vaghi, ingenious and creative designer of the brand Labolsina; the 100% Made in Italy very limited edition are made with left over fabrics which were once upon a time destined for  luxury hotel furnishings, that are no longer in production. Precious, unique and decisively original, these incredible creations immediately struck me and pleasantly impressed me. It is for this reason that I thought it a nice idea to examine the topic more in depth, asking her, Margherita, a few questions. I haven’t yet had the chance to personally meet her, to pay my compliments face to face to such a creative and decisively avantgard person. It would truly be stimulating and thrilling. Labolsina…once for hotels, now for bags.

 

L’idea di recuperare i tessuti destinati un tempo all’arredo degli hotel di lusso e poi utilizzarli per creare e produrre delle borse uniche e preziose è davvero molto innovativa ed  interessante… Da dove è cominciato il tutto, e qual è stato il primissimo modello firmato Labolsina?

La storia de Labolsina inizia nel magazzino dell’azienda di mio padre dove per più di 30 anni si sono accumulati tessuti destinati all’arredo di hotel. Ho pensato che questi tessuti potessero essere utilizzati per creare borse esclusive. I primi modelli sono stati la Lameg e la Lanic, realizzati utilizzando tessuti spalmati da doccia anni ’70.

The idea of recuperating all those fabrics once upon a time destined for luxury hotels and then re-use them to create and produce unique and exquisite bags is very innovative and interesting…where did everything begin from, and which was the very first design signed Labolsina?

The Labolsina story begins in my father’s warehouse where for more than 30 years fabrics destined for luxury hotels were stockpiled. I thought that these fabrics could be used to create exclusive bags. The first models were Lameg and Lanic, created using fabrics from the 70’s.

 

A proposito di Hotel di lusso… esiste un hotel dal quale vorrebbe prendere i tessuti per le sue creazioni?

Non c’è un hotel in particolare o forse ce ne sono troppi. Amo viaggiare e scoprire posti nuovi, alloggiando di volta in un hotel diverso nella speranza che mi possa rapire ed ispirare per le mie creazioni.

Speaking of luxury hotels… is there a hotel from which you’d like to take fabrics for your creations?

There isn’t a hotel in particular or maybe there are too many. I love to travel and discover new places, staying in different hotels every time in the hope that it can enchant and inspire me for new creations.

 

L come Labolsina ma anche come limited edition; perché per ogni modello di borsa vengono prodotti pochi pezzi esatto?

Si, il fatto che i tessuti che utilizzo siano disponibili in quantitativi limitati e non più in produzione rende le mie creazioni delle vere limited edition. Il mio obiettivo, però, è quello di lanciare pezzi ancora più esclusivi, come Launodiuno, un progetto che sto sviluppando e che prevede la realizzazione di borse che sono veri pezzi unici, ognuno diverso dall’altro.

L like Labolsina but also like limited edition; why is it that for every model only a few products are available?

Yes, the fact being that the fabrics used are only available in limited quantities and are no longer in production, make my creations very limited editions. My aim, however, is to launch even more exclusive products, like Launodiuno, a project which I’m developing and which foresees the creations of bags which are indeed one-offs, every one different from the other.

 

La borsa rappresenta da sempre lo status symbol di noi donne, le sue sono creazioni decisamente di nicchia, esiste una donna icona alla quale si  è ispirata?

Le mie fonti di ispirazione sono molteplici e arrivano da ambiti differenti. Amo i lavori degli architetti Lina Bo Bardi, Eileen Gray e Benedetta Tagliabue così come le opere d’arte di Sonia Delaunay e Frida Khalo. Ogni donna mi ispira ed è per me un riferimento e spero che le mie creazioni possano essere allo stesso modo un’ispirazione e un riferimento per tutte le donne. 

A bag has always been a status symbol for us women. Your creations are for the decisively for the niche. Is there an iconic woman by whom you were inspired?

There are many fountains of inspiration and they come from all over. I love the work by architect Lina Bo Bardi, Eileen Grat and Benedetta Tagliabue, as much as Sonia Delaunay and Frida Khalo’s art. Every woman inspires me and for me it’s a point of reference and I hope my creations can also be an incpiration and a point of refernce to all women.

 

Ha pensato di espandersi nel mondo delle calzature  -altra grande passione di noi donne- , oltre che a quello delle borse?

 No, piuttosto ho pensato al design, altra mia grande passione. Mi attira l’idea di creare una linea Labolsina Home. 

Have you thought about expanding into footwear -another great passion for all women- apart from the world of bags?

No, or rather I have thought of the design which is another great passion of mine. The idea of creating a Labolsina Home attracts me.

 

Italia o estero, dove ha maggior successo Labolsina?

Sicuramente in Italia perché Labolsina è e resterà sempre un marchio 100% made in Italy ma anche all’estero stiamo ottenendo ottimi risultati.  

Quale sarà il prossimo “special project” che ha in serbo il brand ?

Per ora posso svelare solo il nome del mio prossimo special project: Lamutante. Si tratta di una borsa innovativa e sono sicura che tutte le donne dopo averla vista ne vorranno almeno una.

Italia or abraod, where is Labolsina most successful?

Most definately in Italy because Labolsina is and will always be a 100% Made in Italy brand, but we are also achieving great results abroad.

Which will be the next “special project” for the brand?

For the time being I can only reveal the name of my next special project: Lamutante. It will be an innovative bag and I’m sure that once all women see it, they’ll want one.

 

 www.labolsina.com

Archiviato in:Interview Contrassegnato con: labolsina

LA MIA INTERVISTA “FLASH” A MAURO GASPERI

30 Marzo 2014 da Bimbi

Nato e cresciuto a Brescia, Mauro Gasperi sin da ragazzino è stato influenzato dall’ architettura contemporanea di Fukas. Dopo essersi specializzato nel settore stilismo e maglieria all’ Istituto internazionale di Firenze della moda “Polimoda”, Mauro inizia una serie di importanti  collaborazioni con uffici stile di note aziende come Paola Frani, Doratex, D&G, Cristiano Fissore. La sua carriera è sempre un crescendo: nel 2008 il lancio della sua linea – caratterizzata da tagli puliti ed essenziali, da forme geometriche” urbane  e contemporanee”-, contemporaneamente l’apertura del primo monomarca a Brescia, per poi nel 2009 essere notato dalla Camera Nazionale Della Moda Italiana che lo include tra i vincitori del concorso “Fashion Incubator”. Il talentuoso designer, entra a far parte del progetto “New Upcoming Designer”; le sue creazioni sfilano durante l’ambitissima MFW. Da qui a poco, Mauro viene ricercato anche da mercati mondiali come quello di Mosca, Berlino, Tokio E Kiev. Poco tempo fa ho avuto modo di incontrare e in qualche modo conoscere Mauro,  durante la visita alla sua azienda di famiglia in provincia di Brescia. Lui rappresenta perfettamente il mood delle sue collezioni 100% made in Italy : minimal, pratiche, incisive, eleganti. Quella che ho voluto fare a Mauro è stata un’intervista molto diretta, della serie “domanda flash risposta flash”,  un’ intervista che rispecchia il mio stile, senza “giri di parole”, nella quale il carattere del designer – sensibile, attento, curioso, fantasioso-  traspare in modo immediato e reale. Grazie Mauro Gasperi e a tutto il suo staff per la meravigliosa giornata passata insieme e per la grande opportunità che mi è stata regalata.

Born in Brescia, Mauro Gasperi as a child was always greatly influenced by Fukas’ contemporary architecture. After having specialized in the stylism and knitwear sector at the International Fashion Institute “Polimoda” in Florence, Mauro began a series of very important collaborations with the styling offices of well-known companies such as Paola Frani, Doratex, D&G, Cristiano Fissore. His career is forever growing: in 2008 he launched his own fashion line – characterized by clean and essential lines, with “urban and contemporary” geometric shapes – and at the very same time opened of his own branded store in 2009, to then be recognized by the National Chamber of Italian Fashion, which included him amongst the winners of the “Fashion Incubator” competition. The talented designer, became part of the “New Upcoming Designer” project; his creations walked the catwalk during the aspiring MFW. A very short time after, Mauro was sought after internationally, from places such as Moscow, Berlin, Tokyo and Kiev.  A while ago I had the opportunity to meet and in someway get to know Mauro, during a visit to his family’s business in the province of Brescia. He represents the mood of his 100% made in Italy collections perfectly : minimal, practical, incisive, elegant. I wanted to give Mauro a very direct interview, like a type of “flash question and answer”, a type of interview that mirrors my style, without “beating around the bush”, in which the designer’s character – sensitive, attentive, curious, creative – shone through instantly. Thank you Mauro Gasperi and all his staff for a wonderful day spent together and for the great opportunity that you gave to me.

Tre aggettivi per definirti….

Creativo, dinamico, ambizioso

La donna di Mauro Gasperi – in una parola-  è……

sicura di sè

Qual’è secondo te il capo che rappresenta al meglio la femminilità ?

Un blazer appoggiato sulle spalle

Quali sono le cose alle quali ti ispiri per creare le tue collezioni… – viaggi, momenti, stati d’animo-

Una delle mie ispirazioni principali è l’ architettura contemporanea, le linee geometriche, minimali e sinuose. Amo viaggiare per fare ricerca, sono molto curioso e attento ai dettagli.

Il viaggio dei tuoi sogni…

Il giro del mondo in 80 giorni

Come potrebbe essere un’ipotetica collezione uomo di Mauro Gasperi?

Se dovessi disegnare una collezione uomo la farei speculare alla donna per quanto riguardano il concept, le stampe e i colori.

Un desiderio per il futuro.

Creare una Fondazione Mauro Gasperi, un connubio tra Moda, Architettura e Design. Un circolo culturale che raccolga giovani talenti, che unisca idee differenti e in continua evoluzione.

Three adjectives to describe yourself…

CREATIVE, DYNAMIC, AMBITIOUS

Mauro Gasperi’s woman – in one word – is……

Sure of herself

According to you which is the best garment which best represents femininity?

A blazer resting on her shoulders

What are the things you’re inspired too when creating your collections…-  journeys, moments, mood –

One of my main fountains of inspirations is contemporary archietecture, its geometric, minimal and sinuous lines. I love to travel to research, as I’m very curious and very attentive to detail.

Your dream trip…

Around the world in 80 days

What could a Mauro Gasperi hypothetical men’s collection be like?

If I had to design a mens collection I wouldspeculate the womans one as far as concept, prints and colours go.

A wish for the future.

To create a Mauro Gasperi Foundation, a union between Fashion, Archieìtecture and Design. A cultural society which gathers together young talents and unites different ideas in continuous evolution.

Archiviato in:Interview Contrassegnato con: Mauro Gasperi

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